La Formula 1 e gli Stati Uniti. Un punto di domanda: una storia d’amore inespressa, mai sbocciata del tutto, sicuramente da consolidare. Tante le location che hanno ospitato il GP nel corsi degli anni. Diverse le entrate e le uscite dal calendario. Il tentativo di far digerire al pubblico uno spettacolo alieno alla loro cultura motoristica è ancora in corso. 

E il punto di bassa raggiunto con la figuraccia di Indianapolis 2005 di credibilità ne ha fatta perdere tanta. Il lavoro fatto con il Circuit of the Americas è diverso e piú importante, sicuramente a lungo termine. Nasce dal desiderio di portare la Formula 1 su una pista progettata e costruita appositamente per questo; ha riportato il cuore degli appassionati in pista, per uno spettacolo che ormai da quattro anni è appuntamento fisso ad Austin, la città forse piú bella dello stato, forse perché la meno texana dello stato. Il fatto che peraltro ora la Formula 1 sia stata acquisita da un gruppo statunitense dovrebbe darci un’indicazione sulla futura direzione che il circus potrebbe prendere nel continente. 

Per la gara si respira una atmosfera da mezzogiorno di fuoco tra i due piloti della  Mercedes. Ed è bello cosí. Hamilton è forte del suo ruolino personale di tre vittorie nelle quattro edizioni del Gran Premio qui disputate su questa pista, che considera come una seconda gara di casa. La vittoria 2015 nell’anno dell’uragano gli valse la conquista del titolo mondiale; un anno dopo invece si trova a inseguire alla ricerca dell’aggancio a Resberg. Stagione funesta quella di Lewis, solida e concreta invece per Nico che a quattro gare dalla fine ha un vantaggio cospicuo di 33 punti da gestire. Le vittorie, i secondi posti, la matematica: tutto dalla parte del tedesco per la prima volta da quando si consuma la sfida tra i due compagni.

Ferrari e Red Bull lottano subito dietro per il secondo posto nel campionato costruttori, al momento saldo nelle mani del team austriaco. Che questo crei malumore dalle parti di Maranello non è un segreto e non potrebbe essere altrimenti. Come conferma Arrivabene si lavora per questo, che è il primo obiettivo. Raikkonen ormai 37 enne è il piú vecchio del gruppo, ma vive una seconda giovinezza. Vettel  patisce una macchina difficile che non gli si adatta, da cui cerca di tirare fuori troppo. 

La pista di Austin, uno degli ultimi tilkodromi introdotti in calendario, è circuito che piace; tracciato veloce e misto presenta lunghi rettilinei e staccate violente, con curve lente dove la trazione è fondamentale. Caratteristiche che non sembrano adattarsi particolarmente bene alla SF16-H; del resto come Suzuka, dove peró, anche grazie al nuovo pacchetto aerodinamico introdotto, la macchina ha ritrovato bilanciamento ed efficienza a vantaggio della guidabilità e dell’inserimento in curva. 

É l’analisi della stagione della Ferrari: macchina veloce su piste dove non te l’aspetti, nervosa e difficile da guidare altrove. Complicata la messa a punto dicono. Occasioni di avvicinare la Mercedes finora ne abbiamo viste poche, sempre sfruttate dalla Red Bull. Un finale di stagione in crescendo è invece d’obbligo per le Rosse, che sicuramente dovrebbero gradire il ritorno a gomme piú morbide rispetto agli ultimi appuntamenti. Media, Soft e Supersoft le mescole portate da Pirelli, queste ultime le preferite da Ferrari e scapito della Media. 

Di Stefano De Nicoló (@stefanodenicolo)

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