Dopo due vetture come la Sauber e la Williams che si sono rivelate “prevedibili” nei contenuti e nelle forme, con pochi dettagli innovativi, la Renault ha presentato la propria vettura, più nera che gialla, con interessanti novità
Partendo dall’alto si nota una presa aria motore divisa in quatro, molto probabilmente gli spicchi ai lati rinfrescano la turbina e l’elettronica della power unit, mentre il condotto centrale alimenta il motore termico. Inusuale il disegno della scocca che si allontana dalla testa del pilota subito sopra di essa, questo fa pensare ad un Rollbar molto complesso da realizzare.
Notiamo poi una generosa pinna sul cofano motore, completamente diversa da quella della Williams.
Passando alle fiancate, è evidente il grandissimo lavoro che è stato fatto sui candelabri che guidano i flussi attorno alle pance. Questi sono molto estesi, complessi e con soffiaggi per guidare i microflussi nei pressi del fondo, con una zona Coca-Cola bassa estremamente rastremata,
come se di volesse staccare dal fondo il corpo vettura.
Quello che salta più all’occhio però è il “tunnel aereodinamico” nella parte anteriore della vettura: i piloni dell’ala anteriore sono allungati e seguiti da alette quasi verticali che spuntano dalla scocca; queste alette sono a loro volta seguite da due badgeboard (su sui campeggia la scritta SMP Racing, sponsor russo della Renault),
integrate con il t-tray. Questa serie di appendici aereodinamiche evidenziano quanta cura gli ingegneri Renault abbiano dedicato all’alimentazione del fondo con i flussi aria provenienti dall’anteriore. Tant’è vero che è facile notare la presenza dell’S-Duct sulla vettura Anglo-Francese.
Se davvero il motore si è avvicinato al Mercedes come previsto dalla dirigenza Renault, questa formula estremamente curata nei dettagli potrà sicuramente mostrare un ottimo potenziale, sebbene i piloti forse non sono all’altezza della competizione per i primi posti
di Ing. Werner Quevedo Twitter