Nel mio ultimo appuntamento avevo affrontato un discorso piuttosto articolato sull’utilizzo dell’assetto rake e della ricerca del carico aerodinamico da parte della Ferrari e concludevo che probabilmente la rossa cercava di ottenere downforce a “basso costo” (Leggi)  con l’introduzione di un fondo dai principi innovativi, così come riportato su una nota testata giornalistica; naturalmente l’articolo era stato da me scritto prima di prendere visione della soluzione che sarebbe poi stata portata in pista dalla Ferrari e, sicuramente in modo affrettato la medesima testata, già dalla prima sessione di libere, confermava l’introduzione del fondo,

Fondo introdotto in Cina

 

così come essi avevano anticipato; tuttavia ad un esame più approfondito non è sfuggito allo staff di questo sito che in effetti, di innovativo c’era ben poco, trattandosi di soluzioni già viste in precedenza e solo rivisitate rendendole più funzionali.

Pertanto non nascondo che da parte mia, un pizzico di delusione in effetti c’è stato, ma devo dire che se da una parte mi aspettavo qualcosa di più (ma solo perché le errate anticipazioni avevano creato delle false aspettative), dall’altra sono rimasto soddisfatto dal cambiamento di tendenza che c’è stato in Ferrari, infatti è innegabile che la rossa sia stata la scuderia che più di tutte ha portato delle soluzioni diverse sia per qualità che per quantità, ancorché non del tutto nuove, infatti non dobbiamo dimenticare che oltre agli affinamenti sul fondo, è stata portata anche una nuova versione di ala anteriore con una forma a freccia leggermente più accentuata e con altre modifiche. Altrove hanno ipotizzato che tale soluzione sia stata introdotta per avere ancora più carico sull’anteriore, bhe, io non sono un tecnico, ma la mia impressione è che sia stata accentuata la forma “a freccia” solo per modificare l’andamento dei flussi in modo da avvicinarli di più al corpo vettura, ma ripeto, questa è solo una mia impressione.

Precisato quanto sopra, non nascondo che in un primo momento mi aspettavo una SF70H più vicina alla Mercedes in qualifica, tuttavia, nonostante le prove libere del venerdì non siano state affatto negative in termini di velocità pura, mi sono reso conto che, soprattutto Vettel non aveva il solito feeling sul passo gara, soprattutto mi ha incuriosito il fatto che insisteva nello stare in scia a Bottas, per cui mi è sorto il sospetto che la cosa fosse stata quasi voluta, per cui, quasi da subito, mi è sorto il dubbio che in Ferrari fossero pienamente coscienti che probabilmente non avevano quel margine per tentare di stare davanti in qualifica ed avevano quindi la necessità di “ottimizzare” l’assetto per una gara all’inseguimento, senza patire troppo degli effetti negativi della scia; la conferma che le cose stavano come pensavo è arrivata dopo, visti i risultati.

Veniamo ora alle qualifiche, dove non nascondo che la pole di Bottas mi ha sorpreso, ma non perché ritengo il finlandese al di sotto delle capacità di Lewis Hamilton, ma perché mi aspettavo che la Mercedes adottasse la solita strategia di mettere il secondo pilota a difesa del suo alfiere, invece così non è stato, col senno di poi si può affermare che il passo gara mostrato da Bottas non era sicuramente all’altezza di quello del suo compagno di squadra e, quindi, sono giunto alla conclusione che in Mercedes abbiano differenziato leggermente il setup fra i suoi due piloti: un Bottas più veloce ma più aggressivo sulle gomme ed un Hamilton meno prestazionale ma più conservativo.

Passando all’analisi del Gran Premio, direi che questo è stato condizionato dalla partenza e dalle strategie: la partenza ha influito più che altro sul rendimento di Kimi Raikkonen, che pur avendo una vettura più prestazionale si è dovuto accodare alla Williams, con tutti i problemi che sono stati poi conseguenziali e per dirla alla Raikkonen, in Ferrari si sono complicati l’esistenza da soli, ma la vettura c’è stata, basti pensare che Kimi alla fine è arrivato a soli due secondi da Bottas che, non ha perso il tempo in sorpassi ed ha potuto approfittare di un pit stop gratis non come successo al suo connazionale (a parte i team order), ma ciò non fa altro che aumentare i feedback positivi a favore di Sebastian Vettel che ha condotto una gara esemplare.

Per quanto detto, sono convinto che in Mercedes avevano previsto un Hamilton all’inseguimento nella prima parte di gara ed infatti, nonostante sia stato in scia di Vettel il suo degrado gomme non è stato poi tanto significativo quanto quello accusato poi da Bottas,

per cui credo che al di la delle dichiarazioni di Toto Wolff sui problemi incontrati con le termocoperte e la pressione delle gomme (ammesso che questo sia vero), la tattica Mercedes a mio avviso era chiara, sul passo gara Bottas avrebbe potuto distanziare Vettel solo per pochi giri (probabilmente in modo ancora meno efficace di quanto fatto da Hamilton in Australia), quindi ha preferito rallentare la sua andatura, in questo modo ha costretto Vettel a stare in scia per un periodo più lungo con la speranza che le gomme del ferrarista degradassero più in fretta e nello stesso tempo hanno consentito ad Hamilton di mantenere il passo e di tentare un sorpasso non appena fosse arrivata l’occasione; poi è arrivato il pit stop di Vettel, probabilmente molto prima di quanto si aspettasse la stessa Mercedes, ma credo che il tedesco fosse attaccato a Bottas solo per rientrare dietro al gruppetto dei più veloci e non dietro a quelli più lenti infatti in soli 3 giri si è ritrovato nuovamente in lotta, fino all’intervento della safety car dove ha preso la testa della competizione ed è qui che nonostante con gomme nuove avesse guadagnato oltre 8 secondi nei confronti di Bottas che perde tutto il guadagno ottenuto con la strategia, perché tutti (ad eccezione di Kimi Raikkonen che aveva “pittato” il giro precedente) approfittano della situazione per un pit stop a “costo zero”; in questo frangente vi è il curioso episodio del rallentamento di Hamilton, che a ben vedere ha pagato nulla per il suo comportamento scorretto, perché al di la del fatto che ha rallentato Ricciardo il suo scopo era eloquente, perché se non avesse rallentato, avrebbe dovuto comunque aspettare il suo turno in piazzola per il cambio gomme, visto che Bottas era immediatamente davanti a lui ed in questa ottica i cinque secondi di stop and go, appaiono decisamente pochi, visto che li avrebbe comunque persi nell’attesa del suo turno.

Al giro 33 vi è il secondo pit stop di Vettel che rientra (con un fantastico giro di rientro ed il record in quello successivo) a più di 16 secondi dalla vetta, ma qui Vettel mostra tutta la sua forza guadagnando circa un secondo al giro su  Hamilton ed a quel punto in Mercedes si sono resi conto che non avrebbero mai potuto concludere la gara con quel set di gomme (anche se, a dire il vero, io non ho dubbi che lo sapessero dall’inizio), per cui hanno prima richiamato ai box Bottas al giro 37 e poi Hamilton al giro 41 ed è qui che si comprende che la Mercedes non era al pari della Ferrari nella gestione degli pneumatici, perché nonostante avessero a disposizione un altro set di gomme supersoft nuove, hanno optato per un set di yellow soft, quindi poiché non penso che in Mercedes si siano tutto ad un tratto rimbecilliti, credo che la gomma rossa non avrebbe retto alla serie di giri veloci che Hamilton avrebbe impresso loro, per cui la scelta era obbligata.

Per concludere, direi che, la gara, da parte della Ferrari è stata impeccabile sotto ogni punto di vista, resta un po’ agrodolce la prestazione di Kimi Raikkonen, ma io mi chiedo: al netto di una brutta partenza e di un pit stop pagato a prezzo pieno non avremmo assistito ad una gara più avvincente?

Leonardo Fiorentino

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