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F1 – Verità del GP d’Italia

Le verità del GP d’Italia. Primo appuntamento sul territorio italiano per la F1 che ci regala la gara forse più appassionante della stagione.

 

Francese ma milanese d’adozione, criticato (anche da me) più volte per la mancanza di grinta, si ritrova strategicamente al terzo posto dopo la safety car. Dopo la bandiera rossa, parte alla grande, prende la testa della gara e non la lascia più. Maturo per la Red Bull, aveva solo bisogno di fiducia, cosa che li non aveva. In Alpha Tauri gliel’hanno data, hanno lavorato sodo e hanno trovato un risultato a sigillare un bel progetto, come già visto su altre piste. Se Helmut Marko sta leggendo, forse un pò di dispiacere lo avrà.

La prima verità del GP d’Italia è che Gasly la Red Bull la merita eccome, ma lasciatecelo in Italia perchè l’Alpha Tauri è una bellissima realtà!

 

Che partenza per lo spagnolo, che ritmo nei primi giri per stare dietro a Hamilton e nel finale per provare a prendere Gasly, che sorpassi per togliersi di mezzo tutti quelli che gli stavano davanti. Maturo come non mai, speriamo in una Ferrari l’esatto contrario di quest’anno. Se la merita.

La seconda verità del GP d’Italia è che Carlos Sainz è maturo per un top team, ma probabilmente nel top team già c’è.

 

McLaren: se non sarà una pretendente al titolo il prossimo anno, mancherà davvero poco. Il motore Mercedes aiuterà a colmare il gap o servirà solo a mantenerla sotto controllo dalla casa madre? Non si sa. Di sicuro perderanno un gran pilota come Sainz, ricevendo però un altrettanto grandissimo come Ricciardo. Senza dimenticare che Norris sarà una vera mina vagante caccia-vittorie. Il team di Woking è tornato, dopo esser ripartito da zero e aver sofferto, ora sono di nuovo li. Ferrari, guarda e impara, di nuovo.

La terza verità del GP d’Italia è che non bisogna affrettare i tempi, ma se si fanno le cose nel modo giusto, i risultati arrivano prima o poi. In certi casi, molto presto.

 

Quanto conta l’elettronica, o meglio quanto contava? Abbiamo visto una Mercedes fare il record del mondo di ogni circuito in qualifica e tentennare nei sorpassi, arrivando sempre al limite; abbiamo visto una Red Bull spenta in qualifica e assente in gara. Questo non sembra contare per la Ferrari, assente sia nell’uno che nell’altro caso, ma sembra contare molto per la McLaren, che ha avuto un weekend incredibile. Il livello sembra essere più simile per tutti, dopo i primi giri il gruppo erano li a darsi battaglia Renault, Racing Point e Alpha Tauri non molto lontani dai primi. Che sia solo un caso di Monza?

La quarta verità del GP d’Italia è che serve assolutamente semplificare questa F1 e l’abolizione di questa elettronica troppo invadente deve essere solo l’inizio.

 

Certo il nome resterà, chissà per quanto, ma non avere un membro della famiglia Williams nel paddock è come togliere un altro pezzetto di cuore a questa F1 che sta cercando in tutti i modi di restare a galla in un mare di soldi e regolamenti che tagliano le gambe a chiunque. Non si guarda in faccia a nessuno.

La quinta verità del GP d’Italia è che la famiglia Williams ci mancherà.

 

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