Tutto è iniziato 12 mesi fa, proprio a Silverstone quando dopo una gara sontuosa vinta da Sebastian Vettel, il tedesco nel team radio ha gridato quel “A casa loro” che a quel tempo faceva presagire un mondiale che poteva incamminarsi verso la strada di Maranello.

A distanza di un anno esatto, però, quella frase pare quasi diventata una chimera, quasi uno scherzo del destino per Sebastian, il quale ha incontrato un periodo difficile condito da errori (il più ecclatanti a Hockenheim e Monza) e da una monoposto che si è persa per strada nella seconda parte della scorsa stagione, in concomitanza con la scomparsa del presidente Marchionne. Non deve risuonare come una scusa, ma come si dice sempre, si perde e si vince insieme, quindi gli errori di Vettel non sono figli solo di una momentanea mancanza di lucidità in momenti critici del tedesco, ma da un insieme di fattori determinati.

12 mesi dopo, nello stesso luogo dove l’anno prima ha trionfato, Vettel si trova in una situazione molto intrigata e difficile.

Il tedesco dopo questi 5 anni, sente ancora il peso di riportare il titolo alla Rossa: un macigno carico di responsabilità che non sarebbe facile da gestire per qualsiasi pilota al posto del 4 volte campione del Mondo. Inoltre ritrovarsi come compagno di squadra un pilota giovane e di grandi speranze come Leclerc è sicuramente un grattacapo in più per Seb.

Vettel leclerc

Il weekend inglese a Silverstone, è stato concluso in modo negativo da Vettel ma l’incidente con Max Verstappen è solo la punta dell’iceberg dell’inspiegabile weekend incolore a livello di prestazione del pilota tedesco.

Sebastian, per come abbiamo avuto modo di conoscerlo ai tempi della Red Bull, ha sempre avuto uno stile di guida basato su un asse posteriore ben piantato a terra e dal quale egli trae vantaggio nella percorrenza di curva. Con le ultime modifiche effettuate dalla Ferrari sulla SF90, il tedesco sembra aver perso quel feeling con la monoposto, non riuscendo ad esprimere il suo potenziale, cosa che invece pare giovare sul compagno di squadra Leclerc, che nel sabato inglese è arrivato a pochi millesimi dal Pole man Valtteri Bottas.

Considerando la mancanza di feeling con la principessa “SF90”, il tedesco sta comunque esprimendo il suo massimo in questa prima metà di stagione, con regolare costanza e quando ha necessità di andare oltre il mezzo a sua disposizione, arrivano gli errori (vedasi Canada). Ricordiamo che parliamo sempre di esseri umani, quindi l’errore ci sta quando devi costantemente andare oltre i tuoi limiti.

Al termine della gara di domenica, i commenti su Sebastian Vettel si sono sprecati e la maggior parte di essi, come prevedibile, sono stati di carattere negativo.

Il “caso Vettel” (definito tale da Hockenheim 2018) è un dibattito che mai si è arrestato da un anno a questa parte. In questo periodo di tempo, il tedesco ha avuto diversi alti e bassi conditi dalla scomparsa prematura del presidente Marchionne, la debacle evolutiva della SF71H, l’avvicendamento Arrivabene-Binotto e per finire l’arrivo di un nuovo compagno di squadra di nome Leclerc.

Il passaggio di Charles in Ferrari ha portato molti ferraristi ad “ammirare” il giovane talento monegasco e la fascia di capitano della Ferrari di Sebastian ha cominciato a diventare stretta…

Se per un momento ci mettessimo nei panni di Vettel, capiremmo quanto il tetracampione tedesco si senta ancora responsabile del mondiale perso lo scorso anno e di quanto quest’anno stia cercando di portare al limite un progetto, volente o nolente, poco competitivo come la SF90. Non si può negare quanto il tedesco ci stia mettendo tutto se stesso per portare a casa il suo ambito obiettivo (e di tutti i ferraristi).

Il paradosso è il seguente: più vinci e più sembra che si debba dimostrare di essere dei vincenti. Questo è il caso proprio di Sebastian, il quale nonostante abbia in cascina ben 4 titoli mondiali per qualcuno, il 32enne di Heppenheim deve dimostrare ancora il suo valore poiché ha vinto i 4 iridi con una Red Bull stellare. Ma qual è il punto? Che nessuno senza un auto competitiva ha mai vinto qualcosa. E questo vale anche per Hamilton o allo stesso Alonso, che qualche nostalgico vorrebbe rimettere in Ferrari al posto di Vettel.

Come diceva un certo Enzo Ferrari, fortuna e sfortuna non esistono.

Ebbene in questi anni  se dovessimo confrontare quanto la buona sorte abbia fatto bene a Vettel e quanto ad Hamilton, la bilancia penderebbe senza dubbio dalla parte del pilota inglese. Sono state veramente poche le situazioni nel quale l’attuale 5 volte campione del mondo ha avuto problemi o sfortune, e nella maggior parte dei casi sono state ininfluenti per il risultato finale. Vettel, invece, è parso agli occhi di tanti come “l’incapace di turno” che non sa reagire, che cade nella profonda crisi, senza considerare che Vettel, al contrario di Hamilton, in questi anni non ha mai avuto per un intera stagione, un auto che gli permettesse di vincere il titolo. Addirittura per qualcuno, sembra che il tedesco stia pagando ora, la troppa “fortuna” degli anni d’oro targati Red Bull.

La verità, al momento è una sola: Vettel, con questa Sf90, ci sta “litigando” sin da inizio stagione (test invernali a parte), e oltre a ciò, dopo la non vittoria del Canada, il ragazzo sta subendo diversi “svarioni” da parte del suo team, a cominciare dai presunti problemi di affidabilità patiti nel weekend al Paul Ricard oppure nel Q3 delle qualifiche del weekend austriaco, che lo hanno costretto a partire a centro gruppo e non ultimo, la scelta della strategia di effettuare il pit stop aspettando una safety car a Silverstone, autogestita dal tedesco.

Per chi vede dall’esterno questa situazione, sembra quasi che Vettel non sia quasi più la sicura pedina sul quale la Ferrari vuole puntare (dichiarazioni di facciata a parte) e come ricordiamo, il 4 volte iridato ha un contratto con la Ferrari sino al termine del 2020: nonostante ciò le voci di un clamoroso approdo in Mercedes (con l’arrivo di Hamilton in Ferrari) o si fanno sempre più insistenti. Eppure la volontà da “sognatore” romantico di Sebastian è sempre quella di vincere l’agognato titolo mondiale con la Ferrari…

La parte peggiore del “caso Vettel” è l’accanimento quasi maniacale contro il tedesco da parte della stampa, straniera e non. Al minimo errore, il tedesco finisce nell’occhio del ciclone ma se c’è chi è in grado di fare una critica in modo costruttivo, c’è chi riesce a creare un critica fanatica e poco sportiva, sopratutto nel rispetto di un pilota che ogni domenica corre a 300 km orari. Questo non vale solo per Vettel, ma per qualsiasi pilota. E questo è un male.

 

La prossima tappa del mondiale sarà proprio quella Hockenheim dove tutto iniziò. Per cancellare quella domenica di mezza estate da incubo, tutta la F1 ha bisogno del ritorno di Vettel, sia per la Ferrari ma sopratutto per cancellare i fantasmi della crisi inesistente che aleggia su Sebastian. Serve il Sebastian Vettel del Canada, di Spa 2018, del Sebastian Vettel che quando sa che la “preda” è a pochi passi da lui, non permette a nessuno di levargliela dalle mani. Compreso chi lo ritiene in crisi, perchè Seb ha tutti i mezzi per ritornare ad essere il condottiero che sa emozionare e dare spettacolo.

Giuly Bellani

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