Le squadre britanniche sono a secco di vittorie dal 2012. Ad Enstone la coppa del vincitore non arriva dal 2008 mentre l’ultimo podio risale ad otto stagioni fa

La Formula 1 dell’era power unit ha visto arrivare al successo appena tre squadre: Mercedes, Ferrari e Red Bull si sono spartite i successi nell’ultimo lustro, con il team di Brackley che l’ha fatta da padrone lasciando alle avversarie soltanto le briciole. Le frecce d’argento hanno dominato questo lungo periodo, portando a casa l’incredibile numero di 84 successi. A primeggiare è ovviamente Lewis Hamilton, vincitore di ben 59 appuntamenti iridati, davanti ai 20 di Nico Rosberg ed ai 5 portati a casa da Valtteri Bottas.

Alle spalle dei ”marziani” anglo-tedeschi si posiziona la Ferrari, arrivata a 17 affermazioni: il maggior numero lo detiene Sebastian Vettel, che con la grande prestazione di Singapore ha raggiunto quota 14, davanti ai due trionfi di Charles Leclerc. Una vittoria anche per Kimi Raikkonen lo scorso anno ad Austin. A chiudere la classifica c’è la Red Bull, arrivata a 14 vittorie spartite tra Daniel Ricciardo e Max Verstappen. Entrambi hanno portato a casa sette successi. Alle spalle dei tre top team si registra il vuoto più totale.

Le altre case che hanno fatto la storia come McLaren, Williams e Renault non hanno mai vinto e quasi mai hanno raggiunto il podio. L’ultimo piazzamento tra i primi tre per il team di Woking risale al Gran Premio d’Australia del 2014, con Kevin Magnussen e Jenson Button giunto dietro a Rosberg. Meglio ha fatto la Williams, che ha raggiunto anche il terzo posto nel mondiale costruttori ma che manca l’appuntamento con il podio da oltre due anni, quando Lance Stroll giunse terzo a Baku. Ancora peggio ad Enstone, visto che nessun pilota ha mai fatto meglio della quarta posizione.

Rimanendo su queste storiche squadre, il dato ancor più allarmante è quello che riguarda l’ultimo successo. Per McLaren e Williams si parla del lontano 2012, quando Jenson Button si impose in Brasile al volante della vecchia freccia d’argento, mentre Pastor Maldonado ebbe la meglio su Fernando Alonso in Spagna. Proprio il pilota asturiano è l’ultimo pilota che è stato in grado di trionfare su una Renault, evento che non si verifica dal Giappone del 2008 sulla pista del Fuji. Si tratta di dati a dir poco allarmanti, che mettono in luce la strada intrapresa dalla F1 negli ultimi anni.

Senza dubbi le ultime gare sono state molto spettacolari e non avrebbe senso stravolgere i regolamenti per cercare maggior lotta, ma la differenza tra le prime tre squadre e la concorrenza è diventata imbarazzante. Spesso e volentieri soltanto i primi sei classificati chiudono a pieni giri, con la concorrenza doppiata e ridotta a lottare per il settimo posto. Fa male vedere team che hanno fatto la storia arrancare nelle retrovie, con la McLaren che solo quest’anno sembra aver ritrovato la via della competitività. Nel 2021 è prevista una rivoluzione regolamentare, volta anche a ridurre il gap tra le squadre. La paure dei team principal è che questa forbice possa invece allargarsi ulteriormente, vista la differenza di risorse disponibili e la mancanza di test in pista.

 

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