Intervistato dalla BBC, Christian Horner ha criticato le pressioni fatte dalla Mercedes sulla FIA per cacciare Masi dopo i fatti di Abu Dhabi.

Il 2022 rappresenta un anno di grandi cambiamenti per la F1 non solo a livello tecnico, ma anche organizzativo. In seguito alle indagini sui fatti del GP di Abu Dhabi 2021, il Presidente della FIA, Mohammed ben Sulayem, ha infatti deciso di rimuovere Michael Masi dall’incarico di Direttore di Gara, ruolo che ricopriva dall’inizio della stagione 2019. L’australiano, che sarà sostituito da Niels Wittich ed Eduardo Freitas, non ha pagato solo le controverse decisioni del finale dello scorso campionato, ma anche i tanti errori nella gestione di situazioni critiche come, per citarne una, la gara-farsa di Spa del 2021. Il ricordo di Abu Dhabi rimane tuttavia quello più fresco nella mente degli appassionati e degli addetti ai lavori, divisi tra chi, come il management della Mercedes, condivide la scelta di licenziare Masi e chi, come le alte sfere della Red Bull, ritiene ingiusta la rimozione dell’australiano. Intervistato recentemente dalla BBC, Christian Horner ha rimarcato le sue posizioni, criticando molto duramente le forti pressioni esercitate dalla Stella affinché il Direttore di Gara venisse congedato.

“Mi chiedo se sia stato giusto licenziare Masi basandosi sulle pressioni fatte da un’altra scuderia.” – ha esordito il Team Principal della Red Bull – “Per me è sbagliato: si tratta praticamente di bullismo e di un comportamento passivo-aggressivo. E’ vero che Michael ha commesso degli errori frustranti, ma bisogna riconoscere le difficoltà del ruolo che rivestiva e l’insufficienza dei mezzi che aveva a disposizione. Non si può incolpare lui, è ingiusto. Noi siamo stati vittime di molte decisioni sbagliate da parte di Michael, ma si trovava in una posizione estremamente complessa. Però trovo che le offese e le minacce di morte che lui e la sua famiglia hanno subito online siano assolutamente imperdonabili. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con lo sport, si tratta di bullismo. Non accetterei questi atteggiamenti all’interno della nostra squadra, perciò ho difeso pubblicamente Michael, che secondo me non ha ricevuto alcun sostegno. Mi sembra che sia stato scelto come capro espiatorio dopo una campagna denigratoria collettiva contro di lui. Difenderò sempre chi subisce delle angherie, sono inaccettabili”.

Michael-Masi and christian Horner formula 1

Horner ha inoltre sottolineato che secondo lui l’ex Direttore di Gara non ha infranto il regolamento sulla Safety Car ad Abu Dhabi e non ha subito particolari pressioni dalla Red Bull: “Non credo che Masi abbia trascurato le norme, credo che le abbia applicate forse in un modo diverso rispetto alle volte precedenti, quando si permetteva a tutti i doppiati di accodarsi ai leader. Se i commissari avessero individuato una qualche violazione dei regolamenti, non avrebbero dichiarato valido il risultato della gara. Bisogna parlare dei fatti: non sono stato io il primo a parlare con Michael, ho solo risposto alle pressioni fatte su di lui da un team rivale. In qualità di Team Principal, rappresento una scuderia e devo difenderla. Probabilmente abbiamo insistito meno dei nostri avversari, che non volevano la Safety Car e poi volevano convalidare il risultato al penultimo giro”.

“L’incidente di Latifi in sé non era stato grave…” – ha concluso Horner – “…il pilota stava bene e la macchina era vicina ad una delle piazzole d’emergenza. La gara poteva tranquillamente ripartire lasciando sdoppiare le sette vetture, invece ne hanno lasciate passare solo cinque. Tuttavia, anche se li avessero fatti sdoppiare tutti non sarebbe cambiato nulla. Il risultato del campionato sarebbe rimasto invariato: si può discutere sul fatto che avrebbero dovuto lasciar passare anche le altre due macchine, ma questa decisione non avrebbe avuto alcun impatto sulla gara. Terminare una stagione così elettrizzante dietro alla Safety Car sarebbe stato deprimente“.

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