È notizia di questa mattina che Adrian Newey firmerà un contratto quadriennale con Aston Martin. L’inglese, secondo quanto riportato dalla testata italiana Autosprint, avrebbe accettato la corte di Lawrence Stroll, e percepirà uno stipendio totale da capogiro: 100 milioni di sterline, 25 all’anno. L’annuncio è atteso per settembre.
Ma la portata di questa notizia fa riflettere, non tanto per la credibilità dell’articolo, quanto per la gestione interna all’Aston Martin.
Da un punto di vista finanziario infatti, ogni squadra, per via del budget cap, deve escludere gli stipendi dei tre impiegati principali, ovvero quasi sempre il team principal, il direttore tecnico e un’altra figura. Sono inclusi invece tutti gli altri che sono direttamente coinvolti nella progettazione e nello sviluppo della macchina.
Nel caso in cui Newey firmasse, non sarebbe l’unico nome di punta, dato che la scuderia inglese può già contare su membri di spicco come il team principal Mike Krack, il direttore tecnico Dan Fallows (e braccio destro di Newey) e i due nuovi innesti quali Enrico Cardile e Andy Cowell.
Sono quindi nomi importanti che guadagneranno molti soldi, ma che hanno anche caratteri forti in termini di visione del futuro della scuderia, per cercare di risollevarla da una situazione attuale non troppo rosea.
C’è quindi un grosso punto di domanda su come l’Aston Martin riuscirà a mettere d’accordo tutte queste menti. Ed economicamente poi, l’ingaggio di Newey risulterebbe escluso dal budget cap, ma non gli stipendi degli ingegneri sopracitati.
Perciò l’affare Newey è destinato a naufragare? Assolutamente no. Stroll è famoso per la sua capacità di creare una buona atmosfera, coadiuvato anche da strutture all’avanguardia e gli uomini giusti.
Ma da qualsiasi punto di vista lo si guardi, questo avviene a scapito di qualcos’altro. È un compromesso che Stroll e chi gli sta intorno avranno pensato bene, ma che non è del tutto privo di rischi.