In attesa della sorella maggiore RedBull,
la Toro Rosso toglie i veli (virtualmente) presentando la vettura 2018.
C’è da dire, innanzitutto, che alcuni dettagli sono stati nascosti:
i supporti sia dei flap dell’ala anteriore che delle bargeboard laterali sono assenti, è poco credibile che componenti così piccoli e sottili siano lasciati in balia di vibrazioni, che li renderebbero non solo meno efficaci, ma addirittura deleteri.
Partendo dall’anteriore, ci troviamo davanti ad una classica ala 2019, con i classici 4 flap che varieranno di numero e dimensioni gara dopo gara.
I piloni alari sono di stile mclaren 2017, soluzione adottata da molti team nel 2018, con i vari soffiaggi che guidano i flussi nella zona batwing, che è un vero e proprio pettine.
L’S-duct è presente, con l’ingresso nascosto tra le corna del toro e l’uscita poco prima della bugna che nasconde i componenti idraulici della sospensione;
il braccetto anteriore è addirittura a sbalzo, praticamente fuoriuscendo dall’inviluppo del muso.Anche in questo caso,
prese freni molto semplici e complessi bargeboard e candelabri che guidano l’aria attorno alle pance, anche grazie ai supporti specchietti, veri e propri strumenti aereodinamici più che strutturali.
Le pance sono nettamente diverse a quelle 2018, assai squadrate e con l’evidente separazione per l’aria dedicata ai vari elementi da raffreddare.
Queste continuano poi con un’andamento particolare, separando i flussi laterali da quelli superiori. Superata la pinna troviamo il mono-pilone che regge l’aria, passando attorno allo scarico.
L’airscope invece è diviso in 3, con i setti separatori che fanno da elemento strutturale per resistere alla spinta di quasi 12 tonnellate del test statico.
Le bandelle dell’ala posteriore sembrano meno complesse di quelle della Haas, con frange solo sul profilo inferiore. Ci aspettiamo sicuramente un’evoluzione di quell’unico soffiaggio sul bordo d’uscita.
Quest’anno la Toro Rosso avrà lo stesso motore della “sorella maggiore” Redbull, con la Honda a dedicarsi completamente alle lattine a 4 ruote. Si vedrà quindi quanto il trasferimento di know how sia notevole tra i due team, che potrebbero presentare due macchine molto simili, sicuramente aumentando le polemiche sulla non sportività di avere team competitori che sono in realtà strettamente legati ed “alleati”