F1 2022 – A distanza di 8 anni dall’ultima rivoluzione regolamentare quest’anno sarà un tabula rasa, a new day has come.

La Federazione ha lasciato ampio spazio di manovra per la realizzazione di auto completamente nuove e sebbene i paletti regolamentari siano ben definiti, l’aria che gira è sempre la stessa: chi per primo troverà la falla? Sempre che ce ne sia una.

Già perché ad una analisi veloce del testo su cui si basa il Campionato, sembra che di falle non ce ne siano anzi, è proprio la libertà di manovra entro certi parametri a farne da padrona e chissà che questa non sia l’arma vincente per un campionato combattuto a più squadre, obiettivo mai celato della Federazione.

Ma quanto rischio c’è di dover affrontare un altro dominio da parte di una singola squadra?

Certo se fosse la Ferrari non avremmo nulla da ridire, sarebbe piuttosto la ricompensa per anni di fedeltà e passione incondizionata senza poter esultare per aver raggiunto il tetto del mondo.

Ma se così non fosse? Se fossero altri ad aver trovato la chiave regolamentare che da accesso al primato? Quali dovrebbero essere allora le caratteristiche su cui lavorare per una macchina da primato?

1) Carburante

90% di benzina + 10% di etanolo. L’etanolo è nient’altro che alcool puro, lo stesso che si trova in tutte le comuni bevande a base alcolica, brucia come la benzina ma con un potere calorifico inferiore di circa il 40%.

E’ un prodotto ecologico, si produce a partire da biomasse naturali e i suoi prodotti di lavorazione sono riutilizzabili. La decisione di utilizzare un prodotto cosi “ecologico” scatena le fantasie degli ambientalisti che vedono sempre più green l’impronta della F1 sul mondo, avvicinandola alla dimensione che stiamo vivendo oggigiorno.

In realtà, per quanto ci piaccia, il 10% di percentuale è un pò poco, a fronte di altri sport motoristici nei quali il bioetanolo viene utilizzato in forma E85 (Nascar e Indycar).

La Shell, partner Ferrari, sembra essere avanti nello sviluppo di un carburante che potrà far recuperare una bella manciata di cavalli alle rosse di Maranello. Gli sviluppi del propulsore Ferrari nella seconda parte della stagione 2021 sono stati notevoli, ma ci vuole ora una spunta in più.

2) Aerodinamica

Le nuove vetture sembra siano state concepite per essere prestazionali quando sono vicine. Importante sarà perciò il design dell’avantreno delle stesse, per massimizzare le capacità del nuovo fondo vettura e al tempo stesso, minimizzare gli effetti nocivi dei disturbi provenienti dalla vettura antecedente.

Se guardiamo agli anni precedenti, appaiono non dissimili dalle vetture inizi anni ’90, quando però le forme erano più spigolose e meno ricercate. L’ausilio dei moderni sistemi di analisi dei flussi ha portato alle forme che la FIA ha approvato e distribuito, ma è solo un vaso di terracotta che ognuno modellerà al meglio che potrà.

La Ferrari vanta di aver già iniziato da molto tempo questo sviluppo. Chissà che non abbiano trovato la formula giusta un modello vincente, tra un Catia design ed il “nuovo” ragno.

3) Temperature

Le ruote da 18″ serviranno a contenere il divario prestazionale tra la gomma in temperatura e quella fuori temperatura, grazie alla presenza di meno materiale in movimento.

Il vantaggio sarà evidente sia in fase di gara, quando l’usura dovuta al surriscaldamento in fase di inseguimento ravvicinato sarà minore, che in fase di qualifica, quando difficilmente le coperture usciranno dalla zona di funzionamento ideale.

In sostanza, la prestazione sarà inferiore ma il range di funzionamento ideale sarà più ampio.

A new day has come quindi, a new day has come per una F1 più combattuta e forse più alla portata di tutti.

Certo è che le F1 non dovrebbero essere come le Indycar, ne come la Nascar. Eppure, a guardare le immagini che si hanno finora, tutto lascia presupporre che si sta andando in quella direzione.

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