Lo straordinario debutto in F1 di Oliver Bearman ha catalizzato l’attenzione a Gedda, dove la Red Bull ha confermato un’evidente superiorità.

Dopo aver dominato senza patemi in Bahrein, la Red Bull si è confermata di un’altra categoria anche in Arabia Saudita. E’ questa la conclusione più importante dopo la gara di F1 a Gedda, che ha sostanzialmente consolidato le gerarchie già viste a Sakhir. Nonostante i tumulti e i conflitti di potere interni alla scuderia anglo-austriaca, Max Verstappen e Sergio Pérez (senza dimenticare tutto il resto della squadra che ha operato in pista) sono stati perfetti nell’isolarsi da tutto e concentrarsi solo sulla corsa, che hanno entrambi gestito in maniera impeccabile. Le due RB20 hanno mantenuto un ritmo molto simile per tutto il Gran Premio e hanno rifilato un distacco importante al primo dei rivali, un eccellente Charles Leclerc, che ha massimizzato il potenziale della sua Ferrari chiudendo al terzo posto e a poco meno di 20″ dal campione del mondo.

Foto: Ferrari Media Centre

L’andamento del GP d’Arabia Saudita, per il quale sia la Red Bull sia le scuderie rivali si aspettavano distacchi più ravvicinati, ha confermato una dura realtà: anche nel 2024, almeno per quanto riguarda i primi eventi, sarà praticamente impossibile battere Verstappen in un weekend lineare. La gara di Gedda è stata molto rappresentativa in questo senso, perché l’asfalto liscio e il degrado inesistente degli pneumatici hanno permesso a tutti di spingere senza risparmiarsi dall’inizio alla fine. E se Verstappen ha dominato in maniera incontrastata sin dalle Qualifiche, girando al sabato circa 0.4″ al giro più veloce della prima vettura non-Red Bull, Pérez ha dimostrato ancora una volta la sua affinità con il tracciato di Gedda nonostante la penalità di 5″ inflittagli per unsafe release. Come suo solito, il messicano ha iniziato bene la nuova stagione con due secondi posti su tracciati a lui molto congeniali.

La situazione dietro ai primi due è la solita di Sakhir: la Ferrari rappresenta chiaramente la seconda forza in F1 e si è confermata tale anche su un tracciato molto diverso da quello del primo appuntamento. Leclerc ha disputato una gara solitaria e coriacea, senza possibilità di attaccare le più veloci Red Bull e impegnato solo alla ripartenza dalla McLaren di Piastri. La scelta di un assetto un po’ conservativo ha forse limitato un po’ il monegasco, ma il bilancio delle prime due gare non può che essere positivo per la Rossa. Con la SF-24, la Scuderia di Maranello si è comunque piazzata nella miglior posizione realisticamente auspicabile prima di inizio stagione: si è distanziata da McLaren, Mercedes e Aston Martin e messa in prima fila per approfittare di eventuali, ma al momento inverosimili, passi falsi delle due Red Bull.

La gara di Gedda ha comunque regalato grandi spunti d’interesse, solo non nelle posizioni più prestigiose. La lotta tra Hamilton e Piastri ha evidenziato le attuali difficoltà di McLaren e Mercedes: la scuderia di Woking ha mostrato di avere un DRS poco efficiente e un drag leggermente superiore rispetto ai rivali; la Stella, molto veloce nei rettilinei, ha invece faticato moltissimo nel primo settore, quello ricco di curve ad alta velocità, a causa del ritorno del fastidiosissimo bouncing. Entrambe, così come la Aston Martin, avranno un grande lavoro da fare attraverso gli sviluppi per rimettersi sullo stesso livello della Ferrari, per non parlare della Red Bull. Ad oggi, però, la base è migliore rispetto al 2023: McLaren ha un concept e una direzione di sviluppo consolidati, mentre la guidabilità della W15 è nettamente migliore, secondo quanto affermato dei piloti, alle due precedenti monoposto della Mercedes.

Foto: Red Bull Content Pool

Questo weekend, però, gran parte dell’attenzione si è giustamente spostata verso il pilota che ha chiuso settimo: Oliver Bearman. Non bastano i superlativi per descrivere la prestazione del diciottenne inglese, che oltre a portare punti fondamentali per il Campionato Costruttori alla Ferrari si è ufficialmente candidato ad un sedile nella massima categoria per il 2025. Il pazzesco weekend del pilota della Prema è iniziato con una Pole Position straordinaria in F2, per poi prendere una piega inattesa con la chiamata, a due ore dall’inizio delle FP3, da parte di Frédéric Vasseur. Sostituire in maniera anche solo accettabile Carlos Sainz su un tracciato così complesso non era un’impresa facile per un pilota con zero esperienza in F1, eppure Bearman ha fatto sembrare tutto facile. Nono tempo nelle FP3, undicesimo in Qualifica, e settimo (grazie anche alla strategia) davanti a Norris ed Hamilton in gara.

L’inglese ha dimostrato in due giorni di avere tante qualità tipiche dei campioni di questo sport. La prima è sapersi adattare rapidamente a vetture dalle caratteristiche diverse, riuscendo a portarle vicino al limite. Se il passo gara di Bearman è stato circa sei decimi più lento di quello di Leclerc, non bisogna dimenticare che l’inglese ha girato a lungo nel traffico di Tsunoda e Hulkenberg, per poi mettersi su tempi paragonabili a quelli di Alonso e Russell nell’ultima parte di gara. Un’altra grande dote mostrata dal terzo pilota della Rossa è l’abilità di assimilare nuovi concetti, analizzare e imparare in fretta: proprio grazie alla lotta con la Haas, Bearman ha dichiarato di aver capito come utilizzare in maniera strategica nel corpo a corpo la parte elettrica della Power Unit, un dettaglio che non aveva mai incontrato al simulatore o nelle gare di F2.

Foto: Ferrari Media Centre

E poi, a sorprendere sono state la calma, la spensieratezza e la professionalità del diciottenne fuori dalla vettura, che non si sono affatto tradotte in un approccio conservativo al volante. Il numero 38 è stato molto aggressivo sia in qualifica che in gara: se al venerdì questa aggressività gli è costata l’accesso al Q3 (mancato comunque per appena 0.038″), nel Gran Premio l’inglese non si è mai tirato indietro nel corpo a corpo, riuscendo anche ad effettuare manovre azzardate come quella su Tsunoda. Ad impressionare, infine, è stata anche l’onestà nelle dichiarazioni post-gara del terzo pilota della Ferrari, che ha tenuto prima di tutto a sottolineare gli aspetti (soprattutto fisici) in cui deve migliorare per il futuro. Il tutto senza dimenticare di ringraziare il team e Leclerc per il sostegno e di sottolineare quanto l’esperienza accumulata in F2 lo abbia aiutato ad arrivare preparato al debutto tra i grandi.

Con la prestazione di ieri, Bearman non solo ha dimostrato di avere tutte le caratteristiche del grande pilota, ma anche di essere pronto per la F1 a prescindere da quello che sarà il risultato finale in F2, dove attualmente si trova ultimo in classifica con zero punti. Ma poco importa: l’inglese ha sfruttato al meglio l’occasione che gli si è presentata e, come ha dichiarato alla fine del Gran Premio, il suo “colloquio di lavoro” in vista del 2025 è stato un successo. I complimenti di Lewis Hamilton, il primo a congratularsi in pit lane, non rappresentano un reale passaggio di consegne, ma segnano il riconoscimento che il futuro del motorsport britannico e della Rossa, magari proprio dopo il ritiro del sette volte campione del mondo, sono in buone mani. E forse anche quello della F1, che nonostante le polemiche, le guerre di potere e la monotonia in pista, sa ancora regalare belle storie di sport.

Foto copertina: Ferrari Media Centre

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