Oggi parliamo di Ferrari, vittima delle ultime decisioni del governo, della riorganizzazione McLaren, e della crisi Haas; la squadra del Team Principal superstar, Gunther Steiner, infatti perde i pezzi.
Partiamo con Ferrari. 
Una notizia che al momento in cui stiamo parlando non sembra ancora essere arrivata in Italia. E’ di racing News 365 la notizia che la recente decisione del governo italiano di abolire il cosiddetto “Decreto crescita”, quella che all’estero è conosciuta come la “Legge Beckham”, o “Beckham rule” per dirla all’inglese.
Il Decreto Crescita che il governo Meloni ha abolito a partire dal 1 Gennaio 2024 aveva come effetto, fra gli altri, quello di garantire una grossa fetta di esenzione dalle tasse per gli stranieri (in possesso di particolari talenti) che venissero a lavorare in Italia; si tratta di una regola in vigore dal 2019, che prevedeva che questi lavoratori, il cui impiego avrebbe permesso di far progredire le aziende italiane che li avessero assunti per via dei lor particolari talenti, non pagassero le tasse per un valore relativo al 70-90% dei loro guadagni. Venivano tassati quindi sulla base di una piccolissima parte dei loro stipendi.
Il nome dato alla regola dagli inglesi ricalca il fatto che una legge simile avesse graziato Beckham all’atto del suo trasferimento al Real Madrid, qualche anno fa: si trattava evidentemente di una legge introdotta dal governo spagnolo (che però riguardava solo il 50% dei guadagni), poi replicata da quello italiano.
Questa non è una trasmissione politica, ritengo pertanto superfluo ricordare quale governo italiano era in carica nel 2019; ognuno si faccia una sua idea.
Sta di fatto che, di questa legge, usufruivano con profitto calciatori, sportivi ed anche ingegneri che dall’estero arrivavano in Italia, da cui finalmente arriviamo all’interesse di Ferrari per questa notizia, che secondo le indiscrezioni causerebbe dei malumori a Maranello. 
Proprio nel momento in cui, infatti, Vasseur e compagni spingono verso la ristrutturazione tecnica e l’acquisto di nuovo personale, questa suona come una tegola sia sull’attrattività che possa avere l’Italia per i lavoratori stranieri che pagheranno più tasse (o meglio, pagheranno le tasse esorbitanti che già paghiamo anche noi), sia per gli aumenti cui andrà incontro Ferrari, che dovrà ovviamente mettere a budget più soldi per coprire questi adeguamenti di tasse sul lavoro.
La mia interpretazione è che si tratta di un altro dei motivi per il quale il budget cap verrà a breve rivisto al rialzo in ogni caso, come già previsto dalle notizie che arrivano dalla FIA. In questo caso, prima di gridare allo scandalo, bisognerebbe anche notare che in termini di stipendi, la Formula 1 comincia a non essere più particolarmente competitiva rispetto ad altre sistemazioni in aziende che non debbano rispondere al budget cap, soprattutto parlando dei tecnici.

E veniamo a McLaren, in questi giorni ospite fissa delle notizie. 
Eppure, in effetti, le notizie presentate sono mediaticamente, e forse tecnicamente, ghiotte: è di oggi la notizia che Rob Marshall e David Sanchez sono ormai operativi a Woking.
Se per il secondo è un ritorno, essendo Sanchez approdato a Ferrari da Woking una decina d’anni fa, la presenza di Marshall desta molto interesse in tutto il circus.
Fidatissimo collaboratore di Adrian Newey, le notizie attorno a Marshall non lo danno come partente da Red Bull per fallimenti o negligenze: al contrario, sembra che la squadra campione del mondo sia stata costretta a privarsi dell’Ingegnere per via di problemi legati al Budget Cap, essendo il suo uno degli stipendi più alti. 
Ironico, no?
Va detto che, se la presenza di Sanchez non desta particolare invidia, soprattutto per via dei ricordi collegati alle sue recenti esperienze in Ferrari, avere lui a definire il concetto del veicolo alle dipendenze di un tecnico di assoluto livello come Marshall fa pensare che McLaren sia tornata a presentare un organigramma tecnico di livello assoluto, come non si vedeva dai primi anni 2000, quando era proprio un certo Adrian Newey a frequentare Woking, e a litigare giorno per giorno con un certo Ron Dennis.
 
Clamoroso Haas: proprio mentre si preparano gli ultimi ritocchi alla progettazione della VF-24, secondo notizie rilanciate in Italia da Motorsport.com, l’ingegner Simone Resta si prepara a lasciare la scuderia nella quale militava dal 2021.
Come la maggior parte di voi appassionati ricorderà, l’ing. Resta è un progettista ex-Ferrari, “prestato” ad Haas a cavallo del periodo in cui la squadra americana aveva stabilito la sua base operativa all’interno della struttura di Maranello.
Le indiscrezioni da questo punto in poi si fanno sempre meno chiare: non sappiamo con certezza, infatti, se Resta paghi la scarsa competitività della VF-23, auto che durante il 2023 ha mostrato picchi di prestazione limitati al giro secco, soprattutto con Hulkenberg (e qui devo aprire una incidentale, perché va detto che il pilota tedesco è sempre stato particolarmente versato nell’arte del giro di qualifica, cosa che potrebbe far pensare anche che abbia sopperito da par suo)… picchi, dicevamo, che però non hanno praticamente mai trovato riscontro in gara.
Ed è proprio su questo punto che si incentra la seconda interpretazione del fatto, secondo la quale sarebbe di Resta l’idea di lasciare: la predilezione verso il giro di qualifica sarebbe stata, secondo i fautori di questa teoria, idea di Resta stesso, in contrapposizione alle volontà di Gene Haas. Avendo poi speso la maggior parte delle risorse di Haas nella progettazione della monoposto a inizio anno, non sarebbe rimasto granchè del budget, in termini di risorse disponibili allo sviluppo, da cui il fallimento delle modifiche arrivate ad Austin.
Conseguentemente Resta avrebbe deciso di lasciare, in polemica con questo tipo di scelte, la squadra americana. Per quanto tutte le ricostruzioni siano farraginose, va detto che l’interrogativo principale a rimanere vertono sul destino dell’ingegnere emiliano: tornerà in Ferrari, dove era stato messo alla porta dalla gestione Binotto in maniera forse poco elegante? Cercherà rifugio in Sauber (o come si potrà mai chiamare la squadra quest’anno), avendo lasciato un ottimo ricordo in quel di Hinwil, in attesa del salvataggio da parte di mamma Audi?
Mentre ancora non si conosce quale possa essere il sostituto di Resta in Haas, non possiamo che lasciare ai posteri l’ardua sentenza sul futuro.
Questa sarebbe stata la notizia, non fosse per una Breaking news ancora più deflagrante, diffusasi nel pomeriggio e coinvolgente ancora la Haas.
E’ infatti Ayao Komatsu, ingegnere giapponese in forza alla squadra dal 2016, il nuovo Team Principal della Haas.
Sostituisce il 58 Guenther Steiner, italiano altoatesino 58enne che tutti conosciamo. Portato in F1 da Lauda, impressionato dalle capacità che aveva dimostrato come meccanico nei rally, Steiner ha militato sia nella massima formula che in seguito nel campionato Nascar, per poi tornare nella massima serie alla guida del progetto di Gene Haas.
Una perdita importante, non solo per l’italianità che si viene a smarrire in F1, ma anche da un punto di vista mediatico; il manager italiano è infatti un beniamino del pubblico, al quale si deve l successo di trasmissioni come Drive to Survive, al punto da essere acclamato quasi più dei piloti

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Ferrari f1 simone resta

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