La Formula 1 si riscopre ancora una volta uno sport altamente spettacolare e così come è già accaduto in Austria e in Gran Bretagna, la gara regala ai tantissimi appassionati uno show unico e ricco di colpi di scena con, in questa occasione, la pioggia a rendere il tutto ancora più imprevedibile.

Alla fine, è Max Verstappen a trionfare nel Gran Premio di Germania, toccando quota sette in carriera, con Vettel in seconda posizione (partito dall’ultima) e Kvyat in terza. A completare la top ten Stroll (bravissimo in difesa su Bottas nel finale e primo a rientrare ai box per montare gomme da asciutto per risalire la classifica), Sainz, Albon, Raikkonen, Giovinazzi e le due Haas di Grosjean e Magnussen.

Non pervenute le due Mercedes con Bottas a muro a pochi giri al termine quando era in lotta con Stroll per la terza posizione e con Hamilton irriconoscibile, giusto un anno dopo la grande rimonta sempre ad Hockenheim con le medesime condizioni meteorologiche, con due testa-coda e una penalità di cinque secondi per aver tagliato la pit entry. A muro anche Leclerc quando aveva tra le mani una grande chance di vittoria.

La domenica in terra tedesca lascia tanti spunti su cui soffermarsi.

Il primo è relativo alla Ferrari e alla sorprendente seconda posizione di Sebastian Vettel a dimenticare l’errore pesantissimo del 2018, ma, per la scuderia di Maranello, non è tutto oro quello che luccica.

In un fine settimana in cui con molta probabilità la SF90 aveva il potenziale per ottenere molti più punti e lottare per la vittoria, la Ferrari lascia la Germania con più interrogativi che risposte. Il doppio problema di affidabilità in qualifica non è che il quarto in appena undici appuntamenti, per altro su circuiti in cui la rossa stava o poteva ottenere importanti risultati come accaduto in Bahrain e in Austria.

 

Vettel

Al di là del secondo posto, è ancora da interpretare la decisione della squadra di non modificare l’assetto della SF90 numero 5 e dare, così, a Vettel una monoposto più da bagnato viste le condizioni meteorologiche avute e ampiamente previste. Nel pre-gara, il team principal Binotto sosteneva che la vettura possedeva già un buon carico aerodinamico, ma, nonostante questo, con le gomme intermedie, il tedesco non ha mai avuto ritmo e, nelle tantissime ripartenze, si poteva notare una certa difficoltà nel mandare velocemente in temperatura gli pneumatici.

Così come, dalle numerose riprese “on-board”, la SF90 sembrava essere non proprio facile da guidare, con un evidentissimo sottosterzo soprattutto nel terzo settore, non a caso il punto in cui per ben due volte Leclerc ha perso il controllo della sua vettura prima di andare a muro.

Leclerc a muro GP Germania

Ottima, tuttavia la strategia, con le richiamate ai box e la scelta delle mescole sempre azzeccatissime che hanno permesso il più delle volte di far guadagnare posizioni e tempo al pilota monegasco sui diretti avversari.

Per la Mercedes, invece, week-end completamente da dimenticare, con entrambi i piloti fuori dalla zona punti, nonostante, sia al sabato che alla domenica è stata e sembrava essere la vettura da battere. Tuttavia, la scuderia tedesca conserva un buon vantaggio in entrambe le classifiche sugli inseguitori, in una gara dove, comunque, non è venuta a mancare la prestazione ed è questo il motivo principale che può permettere alle frecce d’argento di approcciare il prossimo fine settimana in Ungheria con relativa tranquillità.

Infine, la Red Bull con Verstappen si dimostra ancora una volta sempre più protagonista e sempre più la seconda forza di questo mondiale, con una vettura molto veloce su quasi tutti i tracciati e un Max finalmente maturo e pronto a diventare un futuro campione del mondo. In conclusione, un grande plauso a tutti quei piloti che in condizioni particolari come quelle odierne riescono sempre ad ottenere grandissimi risultati come Stroll, Kvyat e Sainz, regalando alle rispettive scuderie punti fondamentali in classifica costruttori.

Francesco Saverio Falco

 

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