Charles Leclerc ha dato tutto, regalando a tutti una delle migliori performance della sua carriera. Dal fondo della griglia al podio, in una gara senza safety car o colpi di scena. Il monegasco ha guidato la sua SF-24 in modo fenomenale, dimostrando un talento e una determinazione fuori dal comune. Nonostante il risultato, il volto scuro e deluso di Leclerc a fine gara raccontava una storia di amarezza. Un’amarezza che riflette non solo la sua frustrazione personale, ma anche quella di un’intera squadra, la Ferrari, ancora una volta privata dal titolo di Campione, facendolo tornare a Woking, dalla McLaren, dove mancava dal 1995.
Leclerc ci ha creduto fino alla fine, per quanto fosse impossibile, in un risultato che vedeva la Ferrari campione. Nonostante gli alti e bassi, il 2023 è stato un anno positivo, uno dei migliori dell’ultimo decennio. Cinque vittorie e numerosi podi, la Ferrari è tornata a lottare per il mondiale Piloti fino all’ultima gara, situazione che mancava dal 2012. Ma ciò che resta, nonostante i progressi, è un senso di potenziale sprecato, che ormai sembra integrato del DNA della scuderia di Maranello.
Cambiano le regole, i piloti, i dirigenti, ma il risultato è sempre lo stesso: la Ferrari arriva vicina alla vittoria senza mai riuscire a completare l’impresa. Gli sviluppi sbagliati di Barcellona hanno però frenato la crescita della SF24. Invece, quando l’auto sembrava finalmente competitiva, è mancata la costanza nei momenti decisivi. Dopo l’estate, con la Ferrari che sembrava pronta a tornare al comando, sono arrivati i problemi in Brasile, Qatar e Las Vegas, insieme ai ritiri di Sainz a Baku e Interlagos.
Ancora più difficile è il paragone con la McLaren, che quest’anno è riuscita a interrompere un digiuno che durava dal 2008. Con risorse inferiori, ma una leadership chiara e una strategia efficace, il team di Woking ha conquistato il titolo Costruttori sotto la guida di Andrea Stella. In soli due anni, Stella ha trasformato una squadra in crisi in una macchina in lotta per entrambi i titoli, raggiungendo un traguardo storico. Il successo della McLaren rende ancora più evidente il deficit strutturale e strategico della Ferrari, che non riesce a trasformare il proprio potenziale in vittorie concrete.
Leclerc incarna perfettamente la frustrazione del Cavallino: un talento cristallino, intrappolato in una squadra che continua a tradire le aspettative premesse. Le sue speranze per il futuro si mescolano ad una realtà amara. “Il 2025 sarà il nostro anno” è un ritornello che ormai non convince più i fan della Rossa.
Il 2024 ha dimostrato che la Ferrari può tornare a lottare, ma anche che manca ancora qualcosa per compiere il passo decisivo. Serve una rivoluzione culturale e tecnica per superare questo tira e molla di emozioni e risultati. Fino ad allora, il Cavallino resterà l’eterna incompiuta della Formula 1, e i suoi tifosi continueranno a vivere di speranze mancate. Tutti continueranno ad aspettare un titolo che, ad oggi, sembra un miraggio.