F1 Ferrari – La strada verso il 2022 passa anche per l’evoluzione del motore che vedremo nell’ultima parte del campionato in corso.

I motori rimarranno spenti fino al Gran Premio di Spa del 29 agosto; i piloti aggiornano i loro profili Instagram tra spiagge, yacht e isole. Ma c’è una seconda parte di stagione da preparare e, soprattutto, un 2022 da costruire. La rivoluzione tecnica è dietro l’angolo e un team come Ferrari non può permettersi di perdere l’occasione di presentarsi da protagonista per la lotta al titolo, a ben 14 anni dall’ultimo. Il bilancio, come ricordato più volte dai vertici di Maranello è da considerarsi positivo, considerando l’eredità lasciata dalla SF1000. La nuova coppia piloti ha conquistato molti più punti, senza considerare tutti quelli persi da Leclerc a Monaco e Budapest.
Ma gli occhi sono tutti puntati sul progetto 2022 e Mattia Binotto conferma quanto sia fondamentale questo momento:

Ferrar1 F1 Binotto

“Siamo nella fase in cui si congelano componenti fondamentali della vettura: telaio, sospensioni, cambio. Le scelte sono state fatte, inizieremo a produrre le parti dopo aver provato a lungo in galleria del vento ogni soluzione possibile per essere sicuri di aver fatto la scelta giusta”, quanto riportato dal team principal Ferrari ad Autosport.

“Le nuove monoposto saranno molto più basse e rigide, perché più è bassa la vettura e maggiore sarà il carico aerodinamico: cambieranno assetti e approccio alla guida”.


Ma per ottenere i risultati prefissati sarà fondamentale lavorare bene anche sul motore. In ottica 2022 sarà fondamentale anche lo step della power unit 2021 che vedremo dopo il GP d’Italia; evoluzione che avrà molti componenti in comune con quella che vedremo il prossimo anno:

“Porteremo una evoluzione di queste componenti vecchie, e per noi sarà un significativo passo avanti. Dovremo stringere i denti in Belgio e a Monza, piste sulle quali perderemo del tempo rispetto ai nostri rivali soprattutto sul giro di qualifica. Dei sette decimi di media che paghiamo ai primi il 60% proviene dal motore. In Belgio il distacco sul giro secco potrebbe essere notevole”.

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