Dopo un 2023 non all’altezza delle aspettative, in questo campionato la Ferrari F1 ha compiuto un notevole passo avanti, come testimoniano le tre vittorie e i diversi podi ottenuti sin qui. Alla base c’è sicuramente una vettura più competitiva e più facile da mettere a punto rispetto a quella dell’anno scorso, stando alle parole dei piloti, anche se non tutto è andato per il verso giusto durante questa stagione.
Alla vigilia del Gran Premio di Spagna infatti, un aggiornamento al fondo portato dalla scuderia di Maranello sembrava dover migliorare le prestazioni della SF-24, ma ha acuito invece il problema del bouncing nelle curve ad alta velocità, causando un notevole peggioramento delle prestazioni. Ciò ha indotto gli uomini della Rossa a fare un passo indietro in Austria e in Gran Bretagna, per poi portare un fondo rivisto in Ungheria, poco prima della pausa estiva, in attesa di novità a Monza.
Nel Gran Premio d’Italia, una ritrovata competitività ha permesso a Charles Leclerc di conquistare la vittoria, mentre a Baku il monegasco ha ottenuto la pole position, ma poi si è dovuto accontentare della seconda posizione alle spalle di Oscar Piastri. Più negativo il bilancio a Singapore per via dei reiterati errori dei due piloti, mentre la SF-24 aveva mostrato un potenziale per essere, forse, l’unica sfidante della McLaren.
In merito al processo d’identificazione dei problemi del team, si è espresso Jock Clear, capo dell’ingegneria Ferrari, il quale ha spiegato che la squadra aveva bisogno di indagare sulla discrepanza tra i dati della galleria del vento e quelli in pista prima di passare a un nuovo percorso di sviluppo: “Non si è mai completamente sicuri sugli aggiornamenti che si portano, anche in altre squadre era se si era persa la strada. E sicuramente dopo la Spagna, non pensavamo di aver perso la strada, ma era emerso che c’era qualche anomalia tra ciò che vedevamo in galleria e i dati che leggevamo in pista, per cui bisognava capire cosa stava succedendo”.
“Credo che da allora abbiamo capito, ci siamo rimessi in carreggiata e dobbiamo solo tenere gli occhi ben aperti su quello che sarà il prossimo problema, perché a volte gli sviluppi non funzionano: il processo di crescita consiste proprio nel provare qualcosa di nuovo ogni settimana. Ora siamo convinti che il nostro processo di crescita funzioni, e crediamo di essere al top in tutto. Ma aspetteremo anche il prossimo ostacolo”.
Secondo Clear, il problema principale sta nelle piccole variazioni di altezza che determinano improvvise perdite di carico, rendendo la macchina difficile da controllare per i piloti: “In galleria il pavimento è piatto, ma quando si sale su un cordolo cosa succede quando inizia a rimbalzare, nel wind tunnel non puoi vedere certi fenomeni. C’è un certo livello di correlazione tra galleria e pista, perciò è difficile ottenere una fedeltà del 100%. Ci saranno sempre queste anomalie e con l’effetto suolo le anomalie sono maggiori perché la vicinanza al terreno diventa ancora più potente non appena si verifica”, ha concluso l’inglese.