Paul Monaghan, capo degli ingegneri di Red Bull, ha sottolineato che i successi della RB19 derivano da una combinazione di diversi fattori.

La stagione 2023 di F1 è cominciata in maniera praticamente perfetta per la Red Bull. La scuderia di Milton Keynes ha infatti portato a casa due doppiette consecutive nei GP del Bahrein e d’Arabia Saudita, mostrando una superiorità quasi imbarazzante nei confronti di una concorrenza in netta difficoltà. In queste prime settimane di campionato sono emerse subito le qualità dell’ultima vettura progettata da Adrian Newey ed il suo team: la RB19 gestisce in maniera straordinaria le gomme, è stabile e veloce in tutti i tipi di curve e raggiunge velocità di punta pazzesche grazie alla bassa resistenza all’avanzamento e ad un DRS molto efficace. Gran parte della responsabilità di questo dominio deriva dunque dall’aerodinamica della vettura, ma Paul Monaghan, capo degli ingegneri della Red Bull, ha voluto sottolineare altri aspetti del progetto.

Foto: Gianmaria Lera per Newsf1.it

Raggiunto da Autosport, l’inglese ha messo in luce anche il lato meccanico e motoristico, fondamentali nel garantire la superiorità della RB19: “L’altezza di terra e il comportamento omogeneo della vettura sono fattori che contribuiscono, tutti questi aspetti hanno un peso. Hanno un impatto significativo sulle performance, ma devono integrarsi con le altre caratteristiche della vettura. Bisogna essere in grado di operare al meglio qualunque sia la mappa aerodinamica della monoposto. Allo stesso tempo, serve un motore che sia ben integrato e che possa essere sfruttato al massimo del suo potenziale. Dobbiamo anche dare al pilota un mezzo controllabile. Si tratta quindi di un mix di numerosi elementi che possono portare il team ad essere nelle prime posizioni o in fondo alla classifica”.

Monaghan ha comunque affermato che la Red Bull non può rilassarsi nonostante la sua superiorità: “Non ci sembra di aver fatto enormi passi avanti: come ogni volta che si scende in pista per il primo test o la prima gara, eravamo un po’ preoccupati di non aver raggiunto il livello di competitività che volevamo. Le menti brillanti di Milton Keynes però danno sempre il massimo per realizzare la miglior macchina e fare tutti i progressi possibili. […] E’ grazie al talento delle persone di questa scuderia se ci ritroviamo in questa posizione. Ora ovviamente dobbiamo continuare così, perché gli altri proveranno a raggiungerci e possono sopravanzarci. Non dobbiamo adagiarci sugli allori e sentirci sazi. Abbiamo visto che con un piccolo errore si possono portare a casa meno punti di quelli sperati. Il discorso non è ancora chiuso, anzi: la partita è ancora apertissima”.

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