F1 News In un’intervista esclusiva al canale YouTube di newsF1.it dopo il Gran Premio d’Italia, è intervenuto l’ex ingegnere Ferrari Luigi Mazzola, il quale, ha fatto il punto sulla splendida vittoria di Charles Leclerc, parlando anche degli aggiornamenti portati dalla scuderia di Maranello, risultati decisivi per il trionfo del monegasco.
Oltre alla Ferrari, un altro tema venuto fuori dopo l’appuntamento brianzolo è l’ormai appurata crisi Red Bull: alla scuderia di Milton Keynes infatti, manca il successo da ben sei gran premi, con la corsa al campionato costruttori che si è complicata improvvisamente, anzi si può dire come l’ago della bilancia penda a favore della McLaren. Inoltre, non può dormire sonni tranquilli neanche Max Verstappen, dato che il suo distacco con Lando Norris si sta assottigliando gara dopo gara: con ancora otto gran premi da disputare, più altre quattro Sprint Race, la corsa al titolo è quanto mai aperta.
Anche a Monza la Red Bull non è mai sembrata della partita con Ferrari e McLaren. C’è chi punta il dito contro il sistema di frenata asimmetrica, un escamotage usato dalla scuderia anglo-austriaca e poi bandito dalla Federazione Internazionale (va detto come proprio la Federazione abbia categoricamente smentito queste voci); altri invece pensano che il motivo sia nell’uscita di Adrian Newey dopo quasi vent’anni passati a Milton Keynes. Fatto sta che la Red Bull al momento sembra trovarsi in un vicolo cieco a livello tecnico, a cui si è aggiunto un piccolo errore al pit stop durante l’ultimo gran premio, sintomo di un’evidente difficoltà sotto tanti aspetti.
Proprio dei problemi Red Bull ha parlato Mazzola nel podcast video a Ruota libera di news f1 : “Questo è sintomo di qualche cosa che all’interno del team si è rotto, tutto l’Horner Gate, la situazione confusa con la collaboratrice, poi quella con Jos Verstappen, la questione dei due azionisti che sono in lotta tra loro… Da quando il proprietario Mateschitz è venuto a mancare, l’ingranaggio si è rotto. Guarda caso di conseguenza tutto capita, anche questo errore al pit stop”.
“In qualifica in qualche modo riescono a rimediare, ad esempio in Q2 a Monza erano andati forte, poi in Q3 hanno preso sei-sette decimi, ma perché non sono riusciti a far funzionare le gomme. È tutta una situazione machiavellica, che non riesco bene a decifrare; potrebbero anche ritornare se c’è una situazione che gli è sfuggita di mano tale per cui non riescono più a far quadrare le cose. Ci sta magari che uno sviluppo sia andato verso una direzione per cui la macchina è più difficile da guidare, quello che non capisco è perché a inizio stagione la differenza tra Verstappen e Perez non fosse così ampia, poi a un certo momento Perez ha iniziato a non qualificarsi neanche per la Q2 e ora che Verstappen è sparito, Perez si è riavvicinato all’olandese”.
Mazzola si è poi soffermato sull’ipotetico trucco usato dalla Red Bull fino a un certo momento e poi vietato dalla Federazione: “Il mondo della Formula 1 è sempre stato caratterizzato da inghippi; tu fai i tempi e sei davanti quando hai trovato la quadra, hai trovato qualcosa più o meno legale ma se la FIA dice che è tutto legale, mi attengo a quello che dice la Federazione, certo è strana l’involuzione della squadra. Verstappen ha detto quello che ho detto anche io a Race Anatomy, ovvero di non credere più al mondiale, mancano otto gare più alcune Sprint Race, nella sua testa il mondiale è andato. Anche poi gli screzi con Lambiase, tante storie che ho capito poco”.
Infine, l’ex ingegnere italiano ha voluto dire la sua in merito al caso Newey, da tanti visto come il motivo alla base della crisi Red Bull: “Non credo alla storia di Newey che è andato via con le chiavi in mano, il one-man show non esiste più da tanti anni, è chiaro che lui potrebbe avere delle idee e potrebbe dare una mano a risolvere determinate cose ma non credo a questa versione, è fantasia. All’epoca con i test l’avrebbero capito subito, ma oggi le cose sono cambiate. Non c’è più la figura dell’animale da pista, ci sono tanti ingegneri con esperienza quasi sempre vincente. Ad esempio l’anno scorso a Singapore dove la Red Bull sembrava scomparsa improvvisamente: se c’è l’uomo di pista alla Newey, subito capisce e devia le cose nella direzione giusta, l’esperienza in queste cose paga sempre, su questo potrebbe essere uno svantaggio l’aver perso Newey”, ha concluso Mazzola.
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