Il matrimonio tra Red Bull e la casa tedesca pareva cosa fatta solo poche settimane fa, ma oggi le trattative sembrano essersi arenate.

L’annuncio della collaborazione tra Red Bull e Porsche per la realizzazione delle nuove Power Unit del 2026 viene dato per scontato ormai da qualche mese, ma il progetto potrebbe non vedere mai la luce. E’ questo quello che emerge dalle ultime dichiarazioni del management della scuderia di Milton Keynes nel weekend del GP d’Olanda, dominato dal padrone di casa Max Verstappen. Proprio a Zandvoort, evento mediaticamente molto importante per la Red Bull, si attendevano notizie positive in vista di un annuncio che è stato rinviato più volte nelle ultime settimane, ma le indicazioni giunte da Christian Horner ed Helmut Marko vanno nella direzione opposta.

“Red Bull è sempre stato un marchio fuori dagli schemi.” – ha dichiarato il Team Principal della Red Bull, citato da RacingNews365.com“Siamo un team indipendente e questo è da sempre il nostro modo di lavorare. Ciò ci rende flessibili e ci permette di agire in maniera rapida ed efficiente, che è parte del DNA Red Bull. Il progetto Power Unit è una sfida completamente nuova e diversa, e avrebbe senso trovare qualcuno con cui collaborare a questo progetto. Allo stesso tempo, la scuderia di F1 rappresenta la più grande piattaforma di marketing al mondo per Red Bull, quindi perché dovremmo mettere a rischio questo asset nel futuro? Il nostro impegno per il 2026 è garantito e abbiamo assunto alcuni dei migliori talenti della F1, creando una sede con banchi di prova funzionanti in 55 settimane. Abbiamo già costruito un prototipo di motore 2026, che abbiamo fatto girare prima della pausa estiva”.

Il passaggio chiave delle parole di Horner è proprio la volontà da parte della scuderia di Milton Keynes di mantenere intatta la sua indipendenza. La collaborazione in ottica 2022 sarebbe infatti dovuta arrivare insieme ad un acquisto da parte di Porsche del 50% delle quote di Red Bull Racing. Il solido management attuale avrebbe dunque perso parte della sua influenza sulla scuderia, mentre la casa tedesca avrebbe certamente preteso un certo potere decisionale. Una possibilità tutt’altro che apprezzata dai vari Horner e Marko, che durante la lunga attesa dell’approvazione dei nuovi regolamenti avrebbero cambiato idea sulla cessione di parte delle quote al marchio di Stoccarda. E proprio l’austriaco, secondo quanto riportato da F1-insider.com, avrebbe dichiarato nel paddock di Zandvoort che: “Porsche non diventerà un azionista”.

Un mancato accordo rappresenterebbe comunque una sconfitta molto più per Porsche che per Red Bull. Il marchio di Stoccarda non è mai stato così vicino al ritorno in F1, e farlo in partnership con un team ormai affermato gioverebbe sotto i punti di vista dei risultati e del marketing. Red Bull, invece, ha altre necessità: la divisione Powertrains è infatti già funzionante e in grado di realizzare un Power Unit di F1 in maniera indipendente, ma trarrebbe guadagno nel ricevere supporto tecnologico e finanziario da una parte interessata come Porsche. La casa tedesca, però, potrebbe non essere l’unico grande costruttore che mira ad un sodalizio con la scuderia anglo-austriaca. Honda resta infatti un attore interessato, vista la fruttuosa partnership attuale e la volontà della casa giapponese di rientrare nel circus dopo averlo parzialmente e frettolosamente abbandonato a fine 2021.

Foto: Alessandro Martellotta

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