Dopo Andretti, esce allo scoperto un nuovo progetto di scuderia di F1 diretto da Craig Pollock e finanziato con capitali sauditi.

Con la crescita della popolarità della F1, il numero di attori interessati ad investire nella categoria regina è aumentato in maniera impressionante. Da qualche mese a questa parte ha preso piede il dibattito sulla necessità di incrementare il numero di scuderie in griglia, e la FIA ha aperto la procedura di valutazione delle candidature proprio questo gennaio. Tra tanto clamore e polemiche con la categoria regina e i Team Principal delle varie scuderie, il primo a farsi avanti pubblicamente è stato il progetto Andretti-Cadillac, forte di un nome altisonante e grandi disponibilità economiche. Per placare i facili entusiasmi, la F1 aveva diramato un comunicato nel quale affermava che: “[…] stanno avendo luogo diverse trattative con entità meno esposte pubblicamente rispetto ad altre”. Ebbene, nelle ultime ore è uscita allo scoperto una di queste entità: il progetto denominato ‘Formula Equal‘, incentrato sul garantire pari opportunità in F1 a uomini e donne.

Craig Pollock

I nomi legati al progetto emersi fin qui sono quello di Craig Pollock, ex manager di Jacques Villeneuve e fondatore della BAR, Margaret Sweeney-Donnelly, ex Chief Financial Officer dell’attuale team Aston Martin dal 2002 al 2018, ed Arnon Woolfson, mai coinvolto prima in F1. Il progetto Formula Equal è nato proprio nel 2018 e, come dichiarato da Pollock in un’intervista alla CNN, ha un obiettivo molto ambizioso: “Costruire percorsi e fornire opportunità per raggiungere il massimo livello del motorsport alle donne. L’idea è realizzare una scuderia composta per il 50% da uomini e il 50% da donne. Si tratta di un’impresa ardua se il team esiste già, mentre è molto più semplice se si parte da un foglio bianco. Sappiamo di dover costruire questo progetto, perché in questo momento non ci sono abbastanza donne pronte a misurarsi con le sfide della F1 e, allo stesso tempo, devono meritarsi il posto”.

Il manager britannico intende esordire nel circus nel 2026, anno della prossima rivoluzione regolamentare, e sottolinea che i finanziatori di questo progetto proverrebbero da un non specificato paese del Golfo: “Siamo in stretto contatto con una nazione dell’area del Golfo Persico. In questo momento non posso parlare di questo, ma emergerà tutto nel prossimo futuro. Spero che vada tutto in porto, perché ci vogliono un sacco di soldi. Si tratta di un progetto ‘chiavi in mano’: il business plan, i costi e tutto il resto sono pronti. Se questo piano andrà a buon fine, lanceremo la prima scuderia ad avere sede fuori dall’Europa, costruendo dalle fondamenta un team in un paese del Golfo. E’ un progetto a lungo termine”.

Nonostante la riluttanza di Pollock nel rivelare l’identità dei suoi finanziatori, appare piuttosto chiaro che si tratti dell’Arabia Saudita. Il paese è già coinvolto in maniera pesante in F1 attraverso l’organizzazione del Gran Premio di Gedda, andato in scena lo scorso 19 marzo, e l’esposizione del marchio Aramco in ogni circuito. Dopo le voci sul tentativo fallito per l’acquisizione dei diritti commerciali della categoria regina e sull’introduzione di una seconda tappa in calendario nei pressi di Riyadh, i sauditi sembrano ora fortemente interessati alla creazione di una scuderia di F1. A rivelarlo è stato di recente il principe Khalid Bin Sultan Al Faisal, Presidente della Federazione Automobilistica saudita, in un’intervista a Motor Sport: “Vogliamo creare un grande polo automobilistico. Abbiamo aziende in grado di sostenere il futuro del motorsport”.

“Speriamo di riuscire a far trasferire uno dei grandi costruttori in Arabia Saudita.” – ha proseguito Al Faisal – “Visti tutti gli investimenti che ha fatto il PIF, acquistando quote di McLaren ed Aston Martin, stiamo percorrendo questa strada. La speranza è portare le sedi in Arabia Saudita oppure assumere persone che ci aiutino a realizzare macchine e nuove tecnologie, così da creare i nostri propri marchi e la nostra proprietà intellettuale. […] Abbiamo un piano ventennale che speriamo di lanciare a fine 2023 o inizio 2024: non vogliamo solo ospitare eventi internazionali, ma anche avere ingegneri e meccanici per costruire macchine ed essere creativi. Vogliamo fortemente avere un campione che possa competere in F1 o in MotoGP e stiamo investendo molto nelle infrastrutture, come i circuiti. Vogliamo costruire accademie per aumentare il nostro coinvolgimento, quindi avere scuderie saudite con piloti sauditi o stranieri”.

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