La storica F2004 vincitrice di 15 Gran Premi fece subito impressione al Cavallino stesso, con Schumacher che piazzò in un Amen il nuovo record del tracciato di Fiorano.

Ci sono monoposto e stagioni che resteranno impresse per sempre nella storia della Formula 1 ed in particolar modo della Ferrari. Nel 2004, il Cavallino proveniva da cinque mondiali costruttori vinsi consecutivamente e quattro piloti, tutti rigorosamente portati a casa dal grande Michael Schumacher. Il Kaiser di Kerpen aveva letteralmente polverizzato la concorrenza, forte di un fedele compagno come Rubens Barrichello ed una squadra impressionante diretta da Jean Todt e Ross Brawn. La F2004 viene svelata a Maranello il 26 gennaio, era ancora il periodo delle vecchie presentazioni a cui si assisteva al classico discorso del presidente Luca Cordero di Montezemolo.

Progettata dal genio di Rory Byrne, il nuovo caccia rosso montava un motore V10 90°, a monoblocco e testate in alluminio microfuso con una potenza di circa 910 cavalli, girando a 19 mila giri al minuto. Ogni dettaglio della precedente F2003 GA venne perfezionato, abbassando il baricentro della monoposto, mentre vennero ridisegnati totalmente gli scarichi e la parte posteriore. Anche l’ala ed il cofano motore furono aggiornati, in virtù delle specifiche modifiche introdotte dal regolamento. Subito dopo segue il debutto in pista, che per la F2004 avvenne sulla pista di Fiorano, da sempre terra di prove private del Cavallino. I giri percorsi da Schumacher furono 115, a testimonianza di un’affidabilità già pienamente raggiunta dalla squadra campionessa del mondo in carica. A spaventare fu però la facilità con il quale Michael strapazzò il record della pista, arrivando a girare in 55”999, che è attualmente il miglior tempo mai realizzato sul tracciato modenese.

Nei test ufficiali anche la concorrenza capisce ben presto che la F2004 sarà imbattibile ed infatti tutto viene confermato dal Gran Premio d’Australia, il 7 marzo. Schumacher e Rubens Barrichello dominano le prove, andando a firmare una doppietta con oltre mezzo minuto di margine sulla Renault di Fernando Alonso. Il tedesco si impone anche in Malesia, Bahrain, San Marino e Spagna, prima di ritirarsi a Monaco a causa di un contatto con Juan Pablo Montoya sotto il tunnel. Successivamente, dal Nurburgring a Budapest arrivano sette successi consecutivi, con l’Ungheria che sancisce la vittoria del titolo costruttori dopo l’ennesimo 1-2. In Belgio è un giovane Kimi Raikkonen a spezzare l’egemonia rossa, ma Schumi con il secondo posto fa suo il settimo alloro iridato. A Monza e Shanghai la Ferrari festeggia ancora, anche se è Barrichello che trova le prime due vittorie dell’anno. Michael torna a regnare in Giappone dove conquista pole e primo posto in gara, mentre in Brasile il successo è di Montoya con Barrichello terzo e Schumi attardato.

 

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