La gara dello spagnolo è l’unico elemento positivo di un weekend disastroso per la Ferrari, che con Leclerc è naufragata al primo ostacolo.
In Gran Bretagna è andato in scena uno degli weekend più divertenti ed emozionanti degli ultimi anni per la F1. L’evento di Silverstone, anche grazie ad un meteo a dir poco imprevedibile, ha regalato sorprese e colpi di scena a non finire a partire dal sabato, mentre alla domenica ben cinque piloti hanno avuto una realistica chance di vincere il Gran Premio. Oltre al solito Max Verstappen, secondo al traguardo, le due McLaren e le due Mercedes si sono date battaglia in una gara dalle emozioni crescenti ad ogni giro, e culminata con il nono trionfo casalingo di Lewis Hamilton. A Silverstone si è vista una sorta di gara ad esclusione tra i primi, dato che in ogni momento decisivo un candidato alla vittoria è uscito di scena: prima Oscar Piastri per una chiamata errata del team, poi George Russell per un problema idraulico, infine Lando Norris per gli errori tattici suoi e della McLaren. Chi invece non è mai stato della partita è la Ferrari.
La Scuderia di Maranello aveva iniziato il weekend già con un handicap importante. Le prove comparative effettuate sulla SF-24 di Charles Leclerc e Carlos Sainz per tutto il venerdì hanno chiaramente rappresentato una partenza subottimale, dato che tutti gli altri piloti e team rivali sono arrivati con le idee ben chiare e una piattaforma solida, solo da ottimizzare in vista delle qualifiche e della gara. Già dalle FP1 la vettura del monegasco, che ha girato con gli aggiornamenti introdotti a Barcellona, ha riproposto il fenomeno del bouncing visto in Spagna e a Spielberg, con conseguenze devastanti sulle prestazioni e la confidenza del pilota nelle curve ad alta velocità di Silverstone. Per questo motivo, la Ferrari ha deciso di tornare indietro e portare Leclerc sulla specifica di Imola, sperimentata da Sainz nelle prime due sessioni di libere.
La scelta, corretta dal punto di vista delle performance, ha inevitabilmente compromesso il weekend del monegasco, costretto ad adattarsi in una sola sessione di libere ad una monoposto dal comportamento molto diverso. A rendere l’adattamento ancora più complesso ci ha pensato il meteo, dato che le FP3 sono state disputate interamente sul bagnato, mentre la qualifica è stata quasi totalmente asciutta. Non sorprende, quindi, che Leclerc sia stato eliminato in un Q2 molto ravvicinato, dove ogni minima imperfezione viene punita. Non che il team o il monegasco siano stati perfetti dal punto di vista dell’esecuzione: oltre all’errore del pilota alla Chapel, anche il timing dei giri lanciati non è stato perfetto. Su una pista in continuo e rapido miglioramento, infatti, Leclerc è stato il terzo pilota a prendere la bandiera a scacchi, dietro solo ad Hulkenberg e Piastri, mentre Stroll (che lo ha eliminato per 0.159″) ha chiuso il giro lanciato quasi un minuto dopo.
Il miglior momento del weekend per il numero 16 è arrivato senza dubbio alla partenza, quando è riuscito, anche grazie al contatto tra Albon e Alonso, a salire in ottava posizione. Da lì in poi, però, la gara è stata una lunga agonia: Leclerc ha impiegato ben tredici giri per sorpassare Stroll, andando poi in crisi con le gomme medie dopo aver spinto molto in scia del canadese. La gara del monegasco si è però conclusa di lì a breve, quando il primo scroscio di pioggia ha mandato in confusione la Ferrari e il suo pilota. Spinto anche dal deterioramento dei suoi pneumatici, Leclerc ha optato per rientrare ai box e montare gomme intermedie, ma l’intensità del primo rovescio non è stato sufficiente a bagnare la pista. Il monegasco è stato così costretto ad effettuare sei giri in più degli altri piloti di vertice su gomma intermedia e pista asciutta, distruggendo gli pneumatici e venendo doppiato nel frattempo.
Al termine della gara, il monegasco ha affermato di essere rientrato sulla base delle informazioni comunicategli dal muretto box, segno che la responsabilità della decisione che gli ha rovinato la gara è da condividere. Comunicazioni che invece non hanno compromesso la gara di Sainz, il quale ha condotto una gara davvero solida. L’unica sbavatura da registrare dello spagnolo è arrivata in Qualifica, dove non ha migliorato nell’ultimo tentativo del Q3 a causa di un giro di lancio tutt’altro che ottimale. Il timing di uscita dai box, avvenuto solo 1’40” prima del termine della sessione e le scaramucce per ottenere la track position con Piastri e Alonso non hanno certamente aiutato in quest’ottica. Anche per questo, la Rossa numero 55 ha chiuso dietro ad Hulkenberg, che al sabato ha ottenuto il miglior posizionamento tra tutti i motorizzati Ferrari.
Lo spagnolo è stato invece la personificazione della solidità in gara. Dopo un’ottima partenza, lo spagnolo ha gestito il primo stint come ha potuto, considerando il gap prestazionale rispetto a McLaren, Mercedes e Red Bull mostrato dalla Ferrari a Silverstone. Con l’arrivo della pioggia, lo spagnolo ha ammesso di essersi preso qualche rischio in più degli avversari per cercare di ridurre il gap, accodandosi a Verstappen quando la pista era ormai umida ma ancora buona per le slick. Nel momento in cui le condizioni del tracciato si sono stabilizzate, però, il distacco tra la Ferrari e le monoposto dei tre top team è riemerso in maniera evidente. Sainz è stato eccellente sia nello scegliere il momento del cambio gomme da slick a intermedie sia nel mantenere Piastri dietro di sé, nonostante un ritmo chiaramente più alto rispetto all’australiano.
Anche se fosse rimasto davanti a Piastri dopo la seconda sosta, lo spagnolo avrebbe dovuto realizzare un vero e proprio miracolo per tenerlo dietro di sé. L’australiano si è fermato un giro prima del madrileno, guadagnando circa 5″ sul tempo di gara, ma comunque è stato il pilota più veloce in pista nell’ultimo stint su gomma media (la migliore nel finale). Sainz ha quindi portato a casa un discreto quinto posto, impreziosito dal punto per il giro veloce dopo un ulteriore pit stop. Dopo il naufragio dell’altra Ferrari, il team di Maranello e il pilota spagnolo sono quindi riusciti a massimizzare il risultato, dimostrando che a Silverstone l’esecuzione della gara non è stata totalmente da buttare. Ferrari esce dal GP di Gran Bretagna con le ossa rotte dal punto di vista tecnico, e adesso deve trovare una soluzione. La speranza è che quanto affermato da Sainz, ossia che il team sa cosa è andato storto con gli aggiornamenti e quali misure apportare, rappresenti la realtà. Anche per permettere a queste ottime performance da parte di uno dei piloti di non scendere nell’anonimato ed essere dimenticate al Gran Premio successivo.
Foto: Scuderia Ferrari Media Centre