In quel di Baku la Mercedes coglie la sua quarta doppietta stagionale, deludenti le Ferrari, e buona la Red Bull, tuttavia i veri protagonisti di questo inizio campionato non sono i Team ma i set di gomme.
Ora dobbiamo subito fare una considerazione che forse è sfuggita ai più, se Pirelli voleva far parlare dei suoi prodotti quando è entrata in F1 bisogna riconoscere che ci è ben riuscita, e forse il fornire compound così ‘volitivi’ e poco stabili, fa parte della strategia pubblicitaria del marchio.
INVEROSIMILE IL COMPORTAMENTO DELLE GOMME MORBIDE, COME MAI FINESTRE DI UTILIZZO COSI’ STRETTE?
Quanto accade in pista sta iniziando a diventare una ‘novela’ dai risvolti che diventano assurdi; finestre di utilizzo così strette da diventare quasi impossibili e sfruttabili appieno solo se si gareggiasse in un ‘drome’ in uno stadio chiuso piuttosto che all’aperto, sembra quasi che i tecnici Pirelli non abbiano compreso che si corre sotto il cielo piuttosto che sotto pannelli di vetroresina, oppure che l’asfalto cambia temperatura anche di 10 gradi in una gara e che se arrivano le nuvole questa differenza diventa ancora più importante. La vera domanda però, è perché produrre un materiale del genere; è questo il punto su cui riflettere, forse per cambiare gli equilibri e magari favorire chi è dietro; NO non sembra proprio, forse per rendere le gare più spettacolari, insomma continuano a vincere sempre gli stessi, oppure per far parlare sempre di pneumatici, ecco questa potrebbe essere una spiegazione razionale…
GASLY, VERSTAPPEN E LECLERC
Le performance più evidenti riguardo alle gomme le hanno fornite tutti ma spiccano i tre nomi citati tutti per situazioni comunque diverse e che andrebbero analizzate nella loro incoerenza. Leclerc riesce ad essere competitivo per lungo tempo con le Medie (color giallo) come Gasly del resto, non solo entrambi, partiti da dietro, avrebbero dovuto subire un certo degrado visto che correvano in aria ‘sporca’ ed invece hanno potuto fare una gara quasi differente dagli altri, ma ecco i tempi significativi:
GASLY (28) 1:46.150; (29) 1:46.510; (30) 1:47.133; (31) 1:46.447; (32) 1:46.039; (33) 1:45.932; (34) 1:45.712 ecco la progressione (oltre 4 decimi) del pilota Red Bull dal giro 28 al 34 tornata durante la quale stacca il suo miglior tempo, ricordiamo che è partito dalla pit lane e che al passaggio n. 38 era addirittura 7°, quindi tutta una gara nel traffico; poi un guasto lo ha fermato quando ancora doveva montare le gomme morbide di colore rosso.
LECLERC ecco alcuni suoi tempi (23) 1:47.343; (24) 1:47.062; (25) 1:46.807; (26) 1:46.469; (27) 1:46.274 qui si evidenzia quanto invece abbia forzato il pilota Ferrari che era in netta rimonta, migliora in 5 giri di oltre 1 secondo ma era oltre metà gara con le stesse gomme medie (color giallo), ciò che è inverosimile è quanto accade dopo il pit stop, perché a macchina più leggera e con compound più aggressivi avrebbe dovuto avere la velocità per attaccare; realizza appena uscito dal box (gomma soft rossa) questi timing (36) 1:45.913; (37) 1:45.575 poi riprende dopo la VSC con (42) 1:45.789 (43) 1:45.465 (44) 1:44.550 (45) 1:46.595 (46) 1:46.035 quindi solo dopo 4 passaggi riesce a sfruttare le gomme mandandole in temperatura ma migliorando di soli 2 decimi il suo timing rispetto al giro 27 quando la differenza tra le prestazioni avrebbe dovuto dare un gap molto più ampio. Il fatto che sia stato lasciato in pista molto tempo per ‘ostacolare’ le Mercedes, cosa che NON poteva riuscire in una pista con un rettilineo di 2.1 Km non ha fatto altro che fargli perdere la posizione su Verstappen.
VERSTAPPEN
Interessanti i tempi dell’Olandese, (36) 1:45.109; (37) 1:45.169; (38) 1:45.428; (39) 1:44.794, confrontiamo questa prestazione con quella di Leclerc; al passaggio 39 (24 giri sullo pneumatico) realizza con gomme medie (color giallo) un timing più veloce del pilota Ferrari, che era con le morbide, che aveva realizzato al passaggio 46 il tempo di 1:46.035 (gap di oltre 1 sec.) ed aveva compiuto solo 12 tornate ovvero la metà.
In sostanza non si riesce a capire come mai una gomma morbida abbia meno performance quando è nuova e con macchina leggera rispetto a quella più dura con più giri al suo attivo, la logica dovrebbe essere ben diversa se veramente la gomma è più morbida. Di tutto questo sembra invece giovarsi la Mercedes che riesce sempre a trovare il giusto equilibrio di vettura e assetto con qualsiasi anomalo pneumatico si debba andare in pista, come se fosse questa scuderia a dare i giusti dati alla Pirelli e questi non venissero presi uniformemente da tutti i Team che partecipano ogni anno ai test.
Marco Asfalto