Per chi all’anagrafe ha pressappoco la mia età (53 anni) ci sono molti motivi per smettere di guardare la F1. Noi che abbiamo iniziato a seguire questo splendido sport all’inizio degli anni ’80 ci sentiamo quasi traditi come se qualcuno dall’alto avesse rotto lo splendido giocattolo che abbiamo amato per decenni; non è piacevole sentirsi traditi in nessuna circostanza e se questo accade nell’ambito di una forte passione il dolore è ancora più acuto e purtroppo l’esperienza ci insegna che di fronte ad un tradimento non c’è nulla che possiamo fare se non accettarlo passivamente e continuare a vivere sperando in momenti migliori.

La F1 dell’era moderna sta diventando una entità che mai avremmo immaginato di vedere, i cambiamenti sono stati a volte repentini come l’introduzione dell’ibrido, altre volte lenti e ben mirati con la precisa intenzione di facilitare il nostro metabolismo che deve giocoforza abituarsi a delle regole che stanno diventando l’antitesi della massima formula. A farci bene caso accade lo stesso con la società che ci circonda, quando forze che appaiono invisibili cercano in tutti i modi di abituare la nostra personalità ad un cambiamento che non è solo il frutto di una inevitabile evoluzione, ma soprattutto un piano ben preciso che in genere ha come ultimo scopo il lucro o lo spostamento di potere.

I motivi per smettere di vedere la F1 sono molteplici a cominciare da vetture che non hanno più un sound che sia accattivante e che possa enfatizzare la potenza di queste vetture.

L’adozione di motori ibridi la cui tecnologia non verrà mai riversata su vetture d’uso comune. Complessi, silenziosi, difficili da capire per gli spettatori e fuori contesto in questo periodo visto che oramai tutte la case costruttrici puntano sull’elettrico.

La rincorsa dei motoristi a chi queste Power Unit le ha dapprima generate e poi introdotte a forza nel circus, una ovvia manovra per ottenere un dominio che durasse almeno un lustro.

L’introduzione di gomme dalla difficile interpretazione e dal range di utilizzo così ristretto che basta una nuvola per mandare in fumo una gara, così complesse che neppure il più grande crittografo mondiale potrebbe capirne qualcosa.

Il congelamento dei motori dei primi anni con delle evoluzioni concesse a gettone, neppure fossimo al luna park; l’architettura degli stessi compiutamente e inderogabilmente decisa a tavolino senza margine alcuno di manovra e pensare che a noi piaceva così tanto vedere in pista i 12 cilindri in gara con gli 8.

Le regole che non vengono quasi mai rispettate e quando qualcuno viene colto con le mani nella marmellata scatta il condono con la promessa solenne di non ripetere la furbata nell’anno successivo.

I test segreti e solennemente vietati la cui unica condanna è un’ammenda con la regola che chiunque altro avrebbe fatto lo stesso sarebbe stato squalificato, come se un ladro possa essere perdonato al primo furto ma poi chiunque ripeta il gesto non verrà mai perdonato ed anzi su di lui si accanirà la giustizia in tutto il suo furore.

L’adozione dell’Halo un ‘attaccapanni’ piazzato davanti alla visuale del pilota che non si capisce proprio a cosa possa servire visto che le vetture di oggi sono sicurissime e poi i piloti mica vanno in vettura come un ragioniere va in ufficio, il driver è cosciente che il suo è un lavoro pericoloso.

L’abolizione delle grid-girl che davano un tono ‘rosa’ alle corse visto che oggi ai box ci sono solo divi del cinema e rapper dal look improbabile.

Assistere a GP in luoghi improbabili con le tribune vuote e su circuiti di una noia mortale e dove i pochi sorpassi sono frutto del DRS o di una qualche strategia sulle gomme, questo svilisce il nostro magnifico sport.

E per ultimo un regolamento assurdo che limita a 3 le power unit utilizzabili per ogni stagione, un favore alla Mercedes che è l’unica a non aver avuto praticamente mai problemi di affidabilità e il cui propulsore è potente e possiede la solidità di un carro armato.

 

No, non ci siamo proprio, Liberty Media ha acquistato un prodotto che non è più così amato e gli spettatori vecchi come me, il nocciolo duro di questo sport, iniziano ad essere stanchi di tante nefandezze; gli statunitensi mirano a coinvolgere i giovani così da effettuare un ricambio generazionale negli utenti della F1; impresa quasi disperata e che potrebbe finire con un fallimento o con una abile operazione finanziaria…

Marco Asfalto

 

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