Desta scalpore la recente decisione della FIA di ritenere i nuovi cerchi Mercedes, tra gli elementi chiave della ritrovata egemonia prestazionale della Stella d’Argento, “limitatamente illegali”, e quindi adottabili anche nelle prossime gare.
Una decisione dai risvolti politici preoccupanti per la massima serie automobilistica, che sta facendo discutere.

La Formula 1 è sempre stata teatro, oltre che di gesta di uomini e macchine, anche di sottili e intricate trame politiche.

Ultimamente, però, sembra quasi che le battaglie tra i team si stiano giocando sempre più a livello “di palazzo” piuttosto che in pista, con una Federazione Internazionale dell’Automobile che, con le sue decisioni talvolta “bizzarre”, rischia di passare da arbitro della contesa non propriamente super partes.

L’ultimo caso è quello dei cerchi ruota posteriori adottati dalla Mercedes W09 a partire dal Gp del Belgio e ulteriormente affinati, insieme all’adozione di un nuovo cestello freni posteriore, nel Gp di Singapore, dove la Casa della Stella ha messo a segno un perentorio successo quasi inaspettato rispetto alle premesse della vigilia.

Infatti, con tale soluzione, le Frecce d’Argento di Bottas e del leader della classifica iridata Hamilton hanno così trovato la quadra nella gestione delle temperature delle gomme posteriori, fino ad allora vero tallone d’Achille della monoposto anglo-tedesca.
Anzi, la Mercedes è diventata addirittura la miglior vettura nella gestione gomme, sopravanzando nel suo punto di forza la Ferrari, quasi inspiegabilmente andata in crisi.

Sennonché soluzioni analoghe ai cerchi forati Mercedes, già in passato adottati da Red Bull nel 2012, sono state vietati dalla FIA secondo la regola 3.15 del regolamento tecnico di Formula 1 recitante «qualsiasi parte specifica della monoposto che influenza la prestazione aerodinamica” deve essere “rigidamente fissata all’intera parte sospesa dell’auto” e deve rimanere “immobile in relazione” alla parte sospesa della macchina».

In questo caso i responsabili tecnici FIA hanno “scagionato” la soluzione Mercedes, dichiarandola “limitatamente illegale”, ritenendo che l’effetto dei fori sui cerchi serva principalmente ad estrarre calore dalle gomme, e che la loro funzione aerodinamica sia “limitata” (tema questo assai discutibile, in quanto una funzione aerodinamica effettivamente c’è, della cui portata difficilmente in FIA possono valutarne l’entita, perfettamente conosciuta solo dal team di Brackley).

Ma è davvero possibile che una soluzione che, seppur in parte, violi i regolamenti, venga accettata, mentre in passato letture analoghe siano sempre state rifiutate dalla FIA, che in passato si era sempre dichiarata “garantista della massima legalità” e oggi si scopre accettare delle “conformità parziali”?

La cosa che fa più specie è che casi del genere hanno quasi sempre visto uno o due team (in passato Red Bull, ora Mercedes) vedere accettate queste soluzioni “borderline” (pensiamo alle deroghe 2012 per gli scarichi soffianti del team di Mateschitz e a quelle 2017 per l’impiego di olio additivato in combustione per Mercedes), mentre altri, vedi Ferrari, hanno sempre visto respinte o pesantemente inficiate le proprie idee (come nel caso degli specchietti Ferrari montati sull’Halo in Spagna, per i quali la FIA ha imposto modifiche importanti o quello, ancora più delicato, dei controlli della Federazione sul sistema batterie ERS della Rossa, costantemente e singolarmente monitorato tramite sensori montati solo sulle SF71-H e controllato anche in gara, come nel Gp del Canada, richiedendo direttamente al pilota durante fasi delicate di corsa modifiche di mappature al volante, rischiando così di condizionarne la guida).

Sembra quasi che sia il peso politico a determinare sempre più l’accettazione o meno di una soluzione, e per la Ferrari, con i suoi inspiegabili “quasi silenzi” in merito (quanto paiono lontani i tempi del Drake…), si sta facendo sempre più sentire l’assenza di una figura come quella del compianto Presidente Sergio Marchionne, che fino all’ultimo tanto si era battuto per modificare questo “status quo”.

Ma, ancora più grave, tutto questo non fa altro che disaffezionare gli appassionati, cui interessano solo i confronti tecnico-agonistici in pista e non quelli “d’egemonia di politica”, che finiscono per “annacquare” il risultato con dubbi e polemiche.

La speranza è che la FIA, nella persona del Presidente Jean Todt e dei suoi delegati tecnici, e Liberty Media, in quella del suo responsabile in pista Ross Brawn, non interpretino il ruolo de L’Azzecca-Garbugli di manzoniana memoria con annessi busillis

 

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

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