Siamo in Brasile questa settimana, ma l’attenzione è ancora concentrata sul Gran Premio del Messico. Sono trascorse due settimane dalle polemiche seguite alle decisoini della FIA ma ancora non è calato il sipario sull’accaduto. Il ricorso della Ferrari contro la decisione, come sappiamo respinto, poggiava in realtà su basi a dire la verità deboli, ed è stato presentato tardivamente alla luce di ‘nuovi elementi’ che sarebbero emersi nel corso dell’ultima settimana. La Ferrari potrebbe però appellarsi contro quest’ultima decisione (anche se probabilmente non lo farà) ingaggiando un corpo a corpo con la Federazione per vedersi riconosciuto un misero terzo posto, che non complesso di una stagione scadente fa pur sempre comodo. Il modo giusto per riacquistare peso politico e considerazione ad alti livelli non è però certo mostrare testardaggine oltre un ragionevole limite.Gran parte dei problemi della Formula 1 attuale, per non dire quasi tutti, nascono infatti dalla mancanza di regole chiare, semplici, condivise e comprensibili a tutti. Se ne è parlato a lungo proprio nella consueta conferenza dei team principal del venerdì e per una volta è chiara l’unità d’intenti fra tutti loro. Il più esplicito di tutti è Christian Horner: “meno regole ma più chiare, per definire chiaramente le regole d’ingaggio. Nessuno vuole vedere una guida rischiosa ma lasciamo correre i piloti, vogliamo vedere il ruota a ruota”. Il motivo è chiaro; del Gran Premio del Messico ancora si parla, “perchè gli ultimi 5-6 giri sono stati fantastici” prosegue Horner, “il resto della corsa è stato francamente molto noioso”. Quello che è successo nei giri finali della gara è in effetti l’essenza stessa della Formula 1: piloti in lotta tra di loro che corrono al limite per conquistarsi la posizione e il podio. Quello che è successo dopo con tutte le polemiche seguite è proprio causato dalla natura stessa della competizione motoristica; spingere al limite il mezzo porta inevitabilmente a commettere errori. Per questo motivo un lungo o un taglio di curva devono essere debitamente puniti con la dovuta celerità, su questo tutti d’accordo. La proposta di Horner è draconiana: “basta introdurre qualsiasi elemento che costringa a ridurre la velocità quando si commette un errore”, può essere quindi ghiaia, dissuasori o qualunque altra cosa. Gli fa eco Maurizio Arrivabene; i due per una volta sono concordi sulla via da prendere. “Servono meno regole, ma più chiare. Non è possibile che sulla regola A penda la regola B, la quale a sua volta dipende dalla C, D, E, eccetera. Che ci sia una regola chiara, lo dico con il massimo rispetto per chi fa le regole e so quanto possa essere complicato. La Formula 1 è uno sport già altamente complicato dal punto di vista tecnologico; semplificare tutte le altre regole credo che sarebbe un bene per tutti”. Analoghe le posizioni degli altri team principal intervenuti, da Guenther Steiner a Frederic Vasseur a Monisha Kaltenborn.
Tutti concordano sul fatto che il lavoro degli steward sia complesso e ogni situazione diversa dalle altre. Difficile prendere decisioni in pochi secondi basate sulla velocità delle immagini e della corsa. Per una volta siamo d’accordo: regole semplici, condivise e comprensibili. Magari fosse vero.
di Stefano De Nicolo’ (@stefanodenicolo)