Per qualcuno è stata una grande sorpresa vedere la Ferrari a meno di 3 decimi nella Q3 in Australia, devo dire, francamente, che per me non è stata una sorpresa, e quanto accaduto lo avevo già anticipato via twitter al venerdì; ma andiamo per ordine; cerchiamo di capire cosa è cambiato davvero in Ferrari.

Il Team si è reso conto durante i test di avere sottomano una vettura finalmente competitiva e forse queste sensazioni sono arrivate già prima di scendere in pista confortate dai dati delle simulazioni dei rulli AVL e dei dati della galleria del vento; quindi si è deciso di lavorare in modo completamente diverso dagli anni passati, non più la ricerca spasmodica di mettere a segno dei tempi importanti nei primi giorni di test, ma soprattutto studiare come sopperire ai vecchi ed atavici problemi della Rossa, ovvero

mandare immediatamente in temperatura le gomme e avere una buona trazione soprattutto in uscita dalle curve. Se ricordate i primi giorni a Montmelò la Ferrari si è concentrata molto sulle gomme Medium e Soft, al contrario del 2016 quando esordì con tempi molto buoni ma sulle gomme più morbide; dalla visione delle immagini che ci ha inviato Alessandro Sala, che era sul posto, si poteva già intuire quanto fosse molto più stabile la vettura rispetto alla concorrenza e soprattutto come riuscisse ad accelerare con una buona continuità in uscita di curva, di contro era abbastanza palese come, una volta stabilito il valore della macchina, si sia cercato di restare il più possibile in una sorta di ombra così da non dare troppe informazioni ai rivali; questo comportamento non ha impedito alla Ferrari di terminare i test con i migliori tempi nonostante la voglia di non forzare troppo le prestazioni. La Mercedes ha invece fatto il solito lavoro degli ultimi 3 anni, spingere poco e testare soprattutto l’affidabilità, convinta del proprio potenziale e soprattutto delle capacità di Hamilton; insomma, all’apparenza quello della Ferrari poteva SEMBRARE un fuoco di paglia, niente di più sbagliato, la Squadra di Maranello ha invece applicato, anche se non perfettamente, proprio la strategia dei rivali cercando di nascondere il proprio potenziale; questo tipo di approccio si è rivelato ancor più importante questo venerdì, quando era palese, osservando con cura le immagini, quanto fosse molto più performante dei tempi segnati sul cronometro la SF-70 H, ed infatti alla fine il gioco di entrambi gli antagonisti si è manifestato palesemente nelle qualifiche quando la Rossa, con Vettel, è riuscita a stare dentro ad un GAP inferiore ai 3 decimi. Insomma entrambi i Team hanno giocato al gatto col topo e mentre Hamilton ha percorso un giro pressoché perfetto, Vettel aveva in tasca, probabilmente, almeno 1 decimo da spendere. Diverso il discorso per

Raikkonen, qualche sbavatura derivante soprattutto dalla difficoltà di mandare in temperatura le gomme dopo solo 1 giro, con un retrotreno, per giunta, molto nervoso. Sono comunque convinto che Kimi possa fare molto meglio in gara con la vettura più pesante che dovrebbe sfruttare meglio le gomme Ultra Soft utilizzate in Q2 anche se a vettura pesante certi difetti diventano più importanti, sarà la sua sensibilità a migliorare come in genere riesce a fare durante la corsa. La SF-70H è nata bene ma ancor più bene è parso il comportamento della Squadra, più tranquilla e più sicura dei proprio mezzi; termino con una considerazione, è molto probabile che in gara gli equilibri possano favorire la Mercedes ma le incognite di una gara ‘cittadina’ sono infinite come l’usura delle gomme, che potrebbe costringere la Squadra Tedesca ad un pit stop anticipato, ma tutto dipenderà dalla temperatura della pista. Ovvio che anche noi, come le Squadre, dobbiamo ancora capire ed imparare molto sulle nuove vetture ma soprattutto sul comportamento delle nuove gomme a serbatoi pieni, quando si dovrà, giocoforza, spingere sul serio…

Buo GP a tutti!

Marco Asfalto

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