F1 – Stefano Domenicali è fiducioso sul fatto che la Ferrari, in questo mondiale, possa recitare la parte di prima ballerina e non di ballerina di fila. E sulle colonne di “Tuttosport” lo dichiara apertis verbis. Le prime parole sono per Charles Leclerc che dovrà ritrovare benzina di morale dopo il ritiro del primo atto del mondiale: “penso che un grande atleta proprio in questi momenti debba avere la personalità per essere un punto di riferimento all’interno della squadra, deve pretendere che la squadra metta a sua disposizione la miglior macchina possibile, ma al tempo stesso non può permettersi alcun tipo di errore”. Insomma, l’analisi è chiara: non basta chiedere alla squadra ma bisogna anche mettersi di buzzo buono per cercare di migliorare le prestazioni. Magari resistendo alla tentazione di forzare troppo quando le condizioni non lo permettono, vedi Bahrain con una Red Bull abissalmente distante, e cercare comunque di andare a punti anche se non si finisce sul gradino più alto del podio. Chè i punti, anche lontano da quel gradino, fanno massa in classifica e possono servire per giocarsi un mondiale.

Stefano Domenicali F1
Stefano Domenicali f1

“Deve essere molto pragmatico – prosegue Domenicali – perché vincere con la Ferrari è qualcosa di straordinario e altre squadre in questo momento non gli possono dare la possibilità di lottare per la vittoria, deve essere lui a trascinare la squadra che sta attraversando un periodo non facile”. Certo, la Ferrari è legata a doppio filo alla storia migliore della Formula 1 . Ma di luce riflessa non si vive e Domenicali lo sottolinea chiaramente: “non basta più dire siamo la Ferrari, bisogna lavorare sui punti deboli senza cadere nell’emotività tipica italiana, non si può essere emotivi dopo una sola gara, bisogna restare concentrati e continuare a lavorare a testa bassa per provare a risolvere i problemi”. A Sakhir, dice l’attuale presidente di Liberty Media, poteva sicuramente andare meglio. Ma non si può neppure dire che tutto sia stato da buttare via. Il quarto posto di Sainz è un segnale. Migliorabile, ma pur sempre un segnale. Che la Ferrari se la può giocare. E, per il suo blasone, se la deve giocare.

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