F1 – Avvertenza preliminare: da maneggiare con cura. Come riportato dal sito “Automoto”, Haas Automation, la società statunitense che detiene la proprietà della scuderia di F1 e la Russia starebbe intrattenendo un rapporto d’affari consistente “nello scambio di macchinari e utensili di precisione da usare nella guerra contro l’Ucraina”.

L’accusa formulata al team in cui corrono Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg è di quelle pesanti come un macigno e rischia di creare parecchio turbamento nel circus. “La F1 – ricostruisce “Automoto” – come gran parte del mondo, si è schierata contro la Russia per avere invaso l’Ucraina e averle fatto guerra sin dal primo giorno cancellando a tempo indeterminato il Gran Premio di Russia a Sochi dal proprio calendario e anche Haas aveva seguito queste linee guida , anche a costo di incorrere in difficoltà tecniche per la stagione 2022“. A inizio 2022 Haas escluse Nikita Mazepin ed escluse dalla cerchia degli sponsor Uralkali “perchè appartenente al padre di Nikita, l’oligarca Dmitry , vicino a Vladimir Putin”.

“Lo stesso pilota russo – prosegue Automoto – è stato impossibilitato a prendere parte alle gare in Europa sino a quando il Tribunale dell’Unione Europea non gli ha permesso di prendere parte alle competizioni perché estraneo alla sponsorizzazione del padre”. Ma quale sarebbe, in concreto, il rapporto tra la Haas, il cui fondatore Gene Haas è peraltro molto noto per le sue attività filantropiche con la “Gene Haas foundation” e la Russia? Tutto sarebbe legato alla “progettazione e produzione di macchine utensili di precisione che sarebbero fondamentali per il conflitto bellico”. Un’accusa che Haas ha negato risolutamente nella persona del suo vice Peter Zierhuit. Quest’ultimo ricorda infatti come la scuderia abbia terminato i propri contatti con la Russia il 3 marzo 2022. Ma spunta una rivelazione del giornalista Simon Ostrovsky accreditato peraltro di un premio Pulitzer che, riporta sempre “Automoto”, sostiene: “la fabbrica russa Ratep, azienda produttrice di armi sanzionata dagli Stati Uniti dal 2014, sarebbe una delle tante aziende rifornite da Haas automation”.

Di più, “i registri della società americana hanno dimostrato che ci sarebbero stati invii dalla sede della società, a Oxnard, in California, verso la Russia, un minimo di 18 spedizioni sono state tracciate dal 4 marzo 2022 a oggi per un valore pari a 2,8 milioni di dollari”. La società, sempre secondo il sito che ha sollevato il caso, non sarebbe peraltro l’unica a intrattenere affari con la Russia. “Il capo del dipartimento sanzioni dell’agenzia nazionale ucraina Agiya Zahrebelska – conclude “Automoto” ha infatti dichiarato che, nonostante le sanzioni previste, ci sono ancora molte società in affari con la Russia. Siemens è una di queste, lo stesso vale per l’azienda giapponese DMG Mori , la quale fornisce un’importazione della misura del 70-80 per cento dell’attività di macchine utensili a controllo numerico computerizzato”. Le indagini si incaricheranno di fare luce sulla verità. E intanto la Haas si concentra sul Gran Premio d’Arabia Saudita con l’auspicio di andare a punti.

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