Dopo sole 3 gare non si possono trarre bilanci, il termine di prestazioni è troppo esiguo eppure si delinea già un trend che per la scuderia Italiana non è certo un buon viatico per il successo finale.

Second Winter Testing 2019; Barcellona; Montmelo’; Circuit of Catalunya, 26 February to 1 March 2019

UN INIZIO DI STAGIONE NON ESALTANTE

Uno dei peggiori degli ultimi anni e su cui ci sono ampie riflessioni da fare soprattutto se nell’anno precedente la squadra ha lottato per il massimo risultato, ecco i numeri dal 2016 ad oggi dopo le prime 3 gare. 2016 punti 61; 2017 punti 102; 2018 punti 84 ed infine 2019 punti 72; come si può notare è dal 2017 che le prime fasi del campionato vedono la Rossa in declino rispetto alla stagione precedente, non solo il digiuno di vittorie si è concretizzato solo nel 2016 perché sia nel 2017 che nel 2018 la Ferrari aveva vinto almeno 2 gare delle prime 3 disputate.

Gli aspetti di una tale débacle sono oscuri ed inspiegabili e non basta la tanto ventilata affidabilità a giustificare il problema, tra l’altro proprio il fatto che la vettura sia fragile è qualcosa che non dovrebbe far parte della lista dei problemi della vettura visto che negli ultimi anni questa era apparsa abbastanza solida, vero anche che un regolamento in continua evoluzione, con power unit che cambiano come numero ogni anno, costringe i tecnici a rivedere tutta una serie di parametri che devono andar d’accordo con la ricerca di un incremento di potenza a cui tutti aspirano e che è normale in F1. Non si può far a meno di notare, tuttavia, che la promozione di Binotto a Team Principal ha comunque portato ad un esordio infelice e il fatto che questa possa essere una coincidenza è da considerare con una percentuale che rasenti lo zero; insomma i cambiamenti non fanno bene e la stabilità è la migliore arma per vincere insieme a tutto il resto.

CRISI TECNICA

La Ferrari non è in crisi tecnica e pochissime volte lo è stata negli ultimi 10 anni, ha spesso lottato per i vertici ed ha posseduto la capacità di vincere, almeno potenzialmente il mondiale eppure ci è andata veramente vicina solo nell’era pre-ibrida in quanto nelle ultime stagioni è parsa ‘mollare l’osso’ proprio nel momento in cui avrebbe dovuto affondare il coltello; sia nel 2017 che nel 2018 è stata avanti in classifica per poi naufragare durante la calda estate.
GESTIONE DELLE RISORSE
Mancano forse due figure di livello, due personaggi che sappiano catalizzare il gran lavoro del Team; un Team Principal che conosca l’ambiente, possegga il pugno d’acciaio e le giuste armi per lottare nella coltre politica della F1, mentre gli altri lanciano sempre sospetti ed invocano provvedimenti la Ferrari zittisce i propri bisogni come se non ne abbia palesando proprio il contrario, non solo dovrebbe avere l’abilità di gestire i piloti e saper prendere decisioni impopolari, per troppo tempo in Ferrari i driver sono stati intoccabili come se avessero firmato contratti col sangue e non con la penna ; insomma la figura giusta è un manager che conosca le competizioni motoristiche e che comprenda bene per chi lavora, una squadra che rappresenta la storia e non un team qualsiasi. L’altra figura è un tecnico che funga da collante tra il TP e il resto della scuderia, qualcuno che sia ‘illuminato’ tecnicamente e sappia vagliare le idee proponendo la linea tecnica da seguire, magari una tale risorsa può essere prelevata da altri Team non ci sarebbe nulla di male e con un’offerta economica e tecnica adeguata strapparlo alla concorrenza.
Eppure si continua a reperire risorse ‘casalinghe’ come se questo sia il massimo delle scelte possibili, ma dopo anni di errori è palese che la via scelta non sembra appropriata al 100%.

TEORIA E PRATICA

Oramai ci si è abituati alle vetture ‘ballerine’ o ‘metereopatiche’ macchine che soffrono il troppo freddo, il troppo caldo, piste abrasive o meno, addirittura le nuvole in qualche caso, così non va bene affatto, i dati teorici devono essere comprovati nella pratica e solo ingegneri abituati alla pista possono trarre le giuste conclusioni, chi ha sempre lavorato in laboratorio è lì che deve stare, il risultato di questi ultimi tre anni non deve essere una palestra e se lo è stata non ha fatto il suo dovere se le risorse vengono sempre spostate a destra e manca nella spasmodica ricerca del giusto equilibrio; è forse ora che si cominci a caricare di responsabilità chi di dovere non certo sbattendolo fuori ma facendogli capire che questo non è gioco, è la vita reale e non si può fare reset e cominciare di nuovo. La pratica viene anche dagli sviluppi che inesorabilmente vengono a mancare in estate sia come consistenza che come qualità, possibile che un tale trend non possa essere invertito dopo tutte queste stagioni?

BAKU

Ora si va a Baku con quali ambizioni? La sensazione è che ci sia qualcosa che bolle in pentola, qualcosa di difficile da capire, la Ferrari avrà risolto dei problemi e sarà formidabile, dura, decisa anche con le strategie che lasciano molto spesso a desiderare; oppure affogherà nello specchio in cui si è guardata in questi mesi incurante di quanto fanno gli altri e poi Vettel cosa saprà ‘inventare’ in un circuito che lo ha visto tentennare più volte in questi ultimi anni? Qualcosa di importante dovrà accadere anche per interesse stesso della F1…

Marco Asfalto

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