La Ferrari a Barcellona è stata nuovamente doppiata, ma come dopo l’Hungaroring non c’è nessun segnale di una rivoluzione o cambiamenti in squadra.
L’illusione che a Silverstone fosse arrivata la svolta della stagione per la Ferrari, è durata una settimana. Infatti al Montmelò la SF1000 ha ripetuto le stesse prestazioni deludenti dei test, finendo ad un giro dalle Mercedes e Max Verstappen.
Quello che preoccupa dell’ennesimo risultato negativo in Spagna, sono le dichiarazioni post qualifiche e gara. In particolare quelle di Laurent Mekies sull’obiettivo stagionale, e la smentita di Mattia Binotto di una macchina B a Spa.
Il segnale che la Rossa già pensa al 2021, viene dagli aggiornamenti. Le uniche novità sono arrivate nella seconda gara in Austria, invece il nuovo cambio e ala anteriore, sono ferme in galleria del vento.
Dall’inizio del mondiale c’è stata soltanto una modifica. La SF1000 da Silverstone è tornata ai concetti della SF90, che sembrava la strada giusta almeno con Charles Leclerc, il quale questa volta non è riuscito a mettere una pezza ai problemi.
Proprio la faccia del monegasco ai box dopo il ritiro ieri, è il segnale più preoccupante in casa Ferrari. Per la prima volta dal suo arrivo ha criticato la squadra, come se iniziasse ad avere dubbi sulla scelta fatta di firmare un rinnovo di cinque anni.
Big up for #Seb5 becoming the second driver in #F1 history to score more than 3000 points in his career. Super Seb ❤️#essereFerrari 🔴 #SpanishGP pic.twitter.com/97ho9k0nox
— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) August 16, 2020
Unica notizia positiva Sebastian Vettel. Rispondendo ai rumors di un addio anticipato, è arrivato settimo al traguardo tornando in zona punti, grazie alla sua scelta di effettuare un solo pit stop, dimostrando di essere sempre un campione.
Quel team radio, in cui il tedesco ha reagito alla comunicazione tardiva di andare fino in fondo, è ciò che deve far riflettere i vertici della Ferrari. Se è il pilota a dover decidere la strategia, significa che in squadra qualcosa non funziona, ed è insufficiente il rimpasto effettuato per sperare di tornare a vincere nel 2022.