FINALMENTE IL GP D’ITALIA

Finalmente è giunto il momento che tutti aspettavano: il Gran Premio di Italia e il circuito di Monza.

La pista è pronta ad accogliere nuovamente lo spettacolo della Formula 1 che quest’anno vede una serrata lotta tra due grandi scuderie: Ferrari e Mercedes. Una terza outsider potrebbe essere la RedBull. Per  quanto riguarda la squadra austriaca, però, le prestazioni motoristiche sono ancora in cerca di conferme.

Notoriamente i Team preparano le vetture con soluzioni ad hoc per il circuito di Monza che presenta caratteristiche e configurazioni uniche. Formato da rettilinei particolarmente lunghi e pochi tratti curvilinei, impone una sola parola d’ordine: velocità.

L’ANALISI TECNICA

La quantità di curve è limitata se paragonata ad altri circuiti. Sono appena 11 i cambi di direzione lungo i 5700 metri di lunghezza totale contro i 15 dell’Hungaroring (4300m) e contro i 16 del Circuit de Catalunya (4655m), per esempio.

Misurando il tempo che durante il giro si trascorre a volante ruotato si percepisce ancora meglio quanto sia importante la penetrazione aerodinamica:

Durante il GP del Belgio, riportato come termine di paragone, la percentuale di tempo speso nei tratti curvilinei ammontava addirittura al 50%.

Dietro alle percentuali introdotte si nasconde una verità che, assieme ai valori di lunghezza media dei rettilinei, evidenzia un aspetto non trascurabile. Nonostante le caratteristiche dei cambi di direzione, dove sarebbe necessaria una deportanza relativamente alta, le curve sono troppo poche per essere prese in considerazione quanto i rettilinei.

Su una pista composta da 3 rettifili che raggiungono o superano i 1000 metri di lunghezza, è fondamentale prediligere la velocità di punta. Questo vale anche se si deve sacrificare la tenuta in curva.

COMPROMESSI NECESSARI

Sacrificare le prestazioni quando la vettura (assolutamente senza le caratteristiche ottimali per affrontare gran parte delle curve di cui è composto il circuito di Monza) affronta un cambio di direzione, è un compromesso necessario per costruire una buona prestazione “totale” e di fatto, i tratti curvilinei, comunque molto tecnici e impegnativi per gli pneumatici e la stabilità, sono affrontati senza il settaggio adeguato.

Conseguentemente, come detto ad inizio articolo, le superfici aerodinamiche utilizzate sul tracciato italiano assumono incidenze e caratteristiche alquanto inusuali per le auto di Formula 1

COSA ASPETTARSI A BORDO DELLE VETTURE

Profili inutili e dannosi per il flusso, che verrebbe distorto eccessivamente, vengono rimossi da bordo macchina per migliorare la penetrazione aerodinamica dell’auto.

Anche nel 2019 è prevedibile uno stravolgimento delle vetture che perderanno le classiche forme per adottare soluzioni inedite per ciò che riguarda il resto del campionato. Inoltre, come notoriamente accade sul circuito italiano, gli alettoni posteriori saranno ridotti al minimo.

IN CONCLUSIONE

L’idea comune tra i vari team sarà di prediligere la riduzione di resistenza aerodinamica a sfavore della performance in curva. Abbassando le incidenze, le macchine non saranno del tutto pronte per affrontare i tratti curvilinei , ma i secondi guadagnati in rettilinei compenseranno e supereranno le inefficienze dai cambi di direzione.

Sarà nostro interesse scrutare le monoposto in arrivo sul circuito di Monza per continuare ad aggiornarvi su ogni novità tecnica visibile e ad ora, non ci resta che attendere con grande interesse l’inizio dello show.

a voi un link per un giro di pista con Raikkonen: LINK

A presto, Dall’Ing. Alberto Aimar.

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