Il re delle vittorie è Lewis Hamilton. All’inglese l’autodromo di Abu Dhabi evoca almeno cinque ricordi dorati, tanti quante sono le vittorie che vi ha portato a casa. La prima volta sbancò il banco nel 2011, poi riuscì ancora a finire per primo sotto la bandiera a scacchi nel 2014, nel 2016 e , per due stagioni di Formula 1 consecutive, nel 2018 e 2019.
Ovvio, quindi, che il britannico della Mercedes punti al sesto acuto. Alle sue spalle, però, vi è chi, non pago di un mondiale in cui ha umiliato la concorrenza, vuole metterci la ciliegina sulla torta. Max Verstappen, infatti, non si lascia togliere il primo gradino del podio del Gran Premio di Abu Dhabi da ben tre stagioni. Altrettanti allori si è preso Sebastian Vettel, e un trionfo a testa se lo sono aggiudicato KImi Raikkonen, Nico Rosberg e Valtteri Bottas.
Dei sei vincitori che popolano l’albo d’oro di un Gran Premio relativamente recente comparso per la prima volta nella stagione 2009, tre sono in condizione, almeno nominalmente, di ingrossare la famiglia delle loro affermazioni. Classifica e situazione delle vetture alla mano, il papabile per eccellenza è Max pigliatutto ma anche Lewis l’eptairidato non disdegnerebbe di ritoccare la sua statistica con quella stessa Mercedes con cui trionfò quattro volte su cinque (la prima vittoria fu con una Mc Laren). Meno probabile appare un’affermazione di Bottas, in crisi di rendimento da inizio stagione con la sua Alfa Romeo.
Il circuito di Yas Marina è pronto ad aprire rettilinei e curve ai drivers con i suoi 5281 metri di lunghezza. Le curve sono ben distribuite nel numero di sedici e metteranno certamente a dura prova l’abilità dei piloti.
Gran Premio senza significato perché ultimo appuntamento iridato? Nessuna valutazione potrebbe essere più errata. Ci sarà, per esempio, molta polpa per quanto concerne l’aggiudicazione del quarto posto nella contesa che vede tra loro avversari allo scopo Carlos Sainz con la Ferrari e Fernando Alonso con la Aston Martin. Per il cavallino rampante il quarto posto non sarebbe certamente l’assecondamento fedele del sogno di inizio stagione. Ma rappresenterebbe pur sempre un contentino di una stagione certamente ben al di sotto delle attese. Alonso, dal canto suo, un successo lo ha comunque già ottenuto. Essere tra i primi driver del mondo a quarantuno anni suonati e con l’entusiasmo di un ragazzino ancora a fargli compagnia all’interno dell’abitacolo a ogni Gran Premio.