Sebastian Vettel ha espresso la sua visione sul futuro della F1, concentrandosi sulle questioni della tecnologia e della sostenibilità ambientale.
Terminata la sua ultima stagione in Ferrari, Sebastian Vettel si prepara ad aprire un nuovo capitolo della sua carriera con il team Aston Martin. Nonostante abbia fallito nel tentativo di conquistare un titolo con la Rossa, il tedesco ha lasciato grandi ricordi all’interno della Scuderia, grazie anche alle sue qualità umane. In una recente intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, il quattro volte campione del mondo ha inoltre mostrato grande lucidità e sensibilità nel parlare delle questioni ambientali e del futuro della F1.
Il tedesco ha rivelato le sue abitudini ecologiche: “Se noto qualche rifiuto per terra, lo raccolgo e cerco un cestino in cui buttarlo. Pianifico con esattezza dove posso muovermi in macchina, in treno o in aereo se sono disponibili dei voli. Anche a casa cerco di usare le risorse in maniera più efficiente. Cerco di comprare ciò di cui abbiamo realmente bisogno e di non gettare via niente”.
Vettel crede inoltre che la tecnologia attualmente impiegata in F1, specialmente sul fronte Power Unit, non abbia alcuna influenza rilevante sulla produzione di serie: “Guidiamo il motore a combustione interna più efficiente che esista, ma ciò non porta alcun vantaggio al mondo perché, visto il modo in cui lo utilizziamo, esso non sarà mai trasferito nella produzione di serie. L’unica cosa che trasmette è il messaggio e l’immagine del brand, dato che il motore ibrido è considerato molto migliore di un normale motore a combustione in termini di equilibrio ambientale. […] Non abbiamo il traction control, l’ABS, il controllo di stabilità, tutte cose che troviamo nelle vetture stradali di oggi e che prima sono state sviluppate sui circuiti”.
“Senza dubbio” – prosegue l’ex pilota della Ferrari – “abbiamo fatto grandi progressi nel campo della sicurezza. Tuttavia, trasferire i propulsori di oggi nella produzione di serie è irrealistico, dato che le esigenze sono in contraddizione. In pista siamo costantemente a gas spalancato e l’energia deve essere recuperata velocemente e rilasciata altrettanto velocemente. Un motore convenzionale ha invece bisogno dell’esatto opposto. La tecnologia sviluppata in F1 è perciò inadatta, anche perché le auto stradali costerebbero dieci volte in più di adesso”.
Secondo il tedesco, la F1 non sta facendo abbastanza per tornare ad essere terreno di grandi innovazioni tecnologiche: “La cosa deludente è che non sfruttiamo le nostre opportunità… Il circus potrebbe di nuovo essere pioniere nel campo della tecnologia dopo molto tempo. Proprio questo ruolo pionieristico potrebbe assicurare la nostra sopravvivenza. […] Solo dal 2022 diventerà obbligatorio un carburante con il 10% di combustibili rinnovabili. Ad oggi, la percentuale dovrebbe crescere solo fino al 30% con i nuovi regolamenti del 2025 o 2026. Trovo tutto questo molto, molto deludente, perché entro il 2025 ci saranno sicuramente stazioni di rifornimento che venderanno carburanti fatti al 100% di energie rinnovabili. Dov’è il ruolo pionieristico della F1 nel campo della tecnologia?”.
Vettel ha concluso l’intervista augurandosi di vedere una F1 più attenta alle tematiche ambientali: “E’ vero che prima di tutto siamo un’azienda d‘intrattenimento. Ma ci sono cose che non sono più al passo coi tempi. In qualità di sport globale, abbiamo una piattaforma per trasmettere un esempio ed un messaggio a tutto il mondo. Perciò dovremmo cominciare a rinnovare velocemente. I piani individuali dei team sono poco utili per noi. La F1 ha bisogno di una strategia globale. Penso che abbiamo ignorato troppo a lungo la tecnologia ambientale come area di sviluppo”.