La McLaren MP4/2 motorizzata Porsche dominò la scena tra il 1984 ed il 1986. Niki Lauda vinse il suo terzo iride con mezzo punto su Alain Prost, ma il francese portò a casa i suoi primi titoli nel biennio seguente.
Tra le monoposto che hanno segnato la storia della Formula 1, un posto d’onore è occupato sicuramente alla McLaren TAG Porsche MP4/2. Questa vettura ha gareggiato nella massima serie dal 1984 al 1986, portando a casa tre mondiali piloti e due costruttori. Tale modello, seppur in tre annate distinte, è quello che ha ottenuto il maggior numero di vittorie nel Circus, ben 22 su 48 corse. A sfruttarla alla perfezione sono stati Niki Lauda ed Alain Prost, ma la fortuna di guidarla è toccata anche a John Watson e Keke Rosberg.
La MP4/2 venne progettata da John Barnard, spinta dal V6 turbo della Porsche e brendizzato TAG, sponsor del team di Woking. Il debutto avvenne al Gran Premio del Brasile del 1984, dove la pole venne conquistato dalla Lotus di Elio De Angelis. Il ritmo in gara della McLaren fu però inarrivabile, con Prost che vinse rifilando quaranta secondi alla Williams di Keke Rosberg. La stagione visse sul duello interno nel team di Ron Dennis, con Niki Lauda che si impose subito dopo nel Gran Premio del Sudafrica. Una delle svolte più importanti fu la gara di Monaco, dove Prost vinse sotto il diluvio davanti alla Toleman dell’astro nascente Ayrton Senna. L’evento venne infatti sospeso con punti dimezzati, cosa che il ”professore” costerà cara a fine anno. La sfida casalinga si protrasse per tutto il campionato, con Lauda che prese la testa del mondiale in concomitanza con la prima vittoria nel Gran Premio d’Austria, a casa sua. Prost accorciò le distanza trionfando in Olanda, ma il ”computer” rispose prontamente a Monza. L’ennesima risposta di Alain arrivò al Nurburgring, portandosi a soli 3,5 punti dal compagno di squadra alla vigilia dell’ultima gara.
Tutto si sarebbe deciso all’Estoril, in occasione del Gran Premio del Portogallo. Le qualifiche vedono prevalere la Brabham di Nelson Piquet, con Prost appaiato in prima fila. La McLaren di Lauda si ferma in qualifica a causa del cedimento del motore Porsche, costringendolo a scattare dall’undicesima casella. Dopo soli sei giri, il professore sale al comando infilando Keke Rosberg, che grazie ad un’eccellente partenza era andato in vetta. Lauda iniziò la sua furiosa rimonta, trovandosi sino al terzo posto. Il regalo gli venne offerto da Nigel Mansell, che ebbe un problema ai freni della sua Lotus cedendo la seconda piazza all’austriaco. Prost vinse la corsa, ma il secondo posto bastò a Niki per ottenere il terzo mondiale con appena mezzo punto di vantaggio: 72 a 71,5, proprio quel punteggio dimezzato di Monaco, costò carissimo al francese. Inutile aggiungere che la McLaren trionfò anche nella classifica costruttori.
Il 1985 è una delle stagioni più tristi per i tifosi della Ferrari, quella della grande illusione di Michele Alboreto e del sogno di rivedere un italiano campione del mondo. La McLaren TAG Porsche portò in pista un’evoluzione del modello precedente, rinominandola MP4/2B. Il Cavallino, dopo un’annata deludente, schiera la 156–85. Il campione in carica Niki Lauda visse un’annata tremenda, con Prost che divenne da subito l’uomo di punta del team di Woking. Il fuoriclasse transalpino vinse subito in Brasile, mentre la seconda prova in Portogallo sugellò la prima perla in carriera di Ayrton Senna. La Lotus si confermò in gran forma anche ad Imola, dove arrivò il secondo successo in fila con il nostro Elio De Angelis. La Ferrari risorge in Canada, dove Alboreto firma la prima vittoria della stagione, subito dopo il colpaccio di Prost a Monaco.
Ad Hockenheim, Michele si impose nuovamente e si ritrovò con 5 punti di vantaggio in classifica sul rivale della McLaren, lasciando presagire una sfida per il titolo sino all’ultima gara. Purtroppo, di lì a poco, il sogno svanirà del tutto. Dall’Austria in poi, Alboreto ottenne un solo piazzamento a punti seguito da quattro ritiri, tutti causati da inspiegabili problemi al cambio ed al motore. Prost portò a casa il mondiale a Brands Hatch, con ben due gare di anticipo grazie ad un quinto posto. La McLaren bissò anche il titolo costruttori, confermandosi dominatrice assoluta della metà degli anni ’80.
Ben più combattuta fu la stagione 1986, dove arrivò la seconda evoluzione della MP4/2 che venne ribattezzata MP4/2C. La Ferrari scomparve del tutto, ma arrivò una nuova avversaria: la Williams–Honda della coppia Piquet-Mansell. Il team di Sir Frank poteva contare sulla macchina migliore, infatti il titolo costruttori arrivò con grande anticipo rispetto alla fine della stagione. Il finale di campionato fu uno dei più rocamboleschi della storia. Il Gran Premio d’Australia previsto ad Adelaide, vide la sfida a tre tra Prost e i due della Williams. Mansell arrivò da leader con 70 punti, seguito dai 64 di Prost e dai 63 del compagno di squadra.
Le qualifiche vedono il dominio del capoclassifica, in pole davanti a Piquet e Senna. Alain è solo quarto, con oltre un secondo di ritardo dal battistrada. La partenza fu incredibile, con un sorprendente Keke Rosberg che dopo poche curve si ritrovò al comando nonostante il settimo tempo in qualifica. Le Williams faticarono moltissimo e specialmente Mansell perse terreno, ritrovandosi dietro a Piquet e Senna. Il via di Prost fu altrettanto negativo, dal momento che occupava la quinta piazza a fine primo giro.
Il rtimo di Rosberg fu sin da subito improponibile per la concorrenza, con una McLaren TAG Porsche perfettamente settata per la gara. Dopo alcuni giri, Prost entrò in azione scavalcando Mansell e mettendosi sulle tracce di Piquet. Un testacoda del brasiliano consegnò la seconda piazza al francese, distante però ben 20 secondi dal compagno di squadra. La McLaren richiama Prost dopo la metà gara per il cambio gomme, cosa per la quale non optano Rosberg e le Williams. Questa scelta costò cara al finlandese, costretto al ritiro per la foratura della posteriore destra. Lo stesso destino toccò a Mansell, con la posteriore sinistra che andò in mille pezzi al termine del lungo rettilineo.
Nelson Piquet si ritrovò così in vetta davanti a Prost, ma la Williams non volle prendersi rischi e lo chiamò per il pit stop. Alain salì così al comando andando a vincere la gara, bissando il successo iridato dell’anno precedente. Si chiuse così la storia della MP4/2, monoposto rimasta imbattuta nonostante abbia gareggiato per ben tre stagioni consecutive. La Williams ottenne la sua rivincita del 1987, dove Piquet portò a casa il terzo mondiale a seguito di una lunga battaglia con Mansell.