Lewis Hamilton non è solo un pilota di Formula 1. Ambassador, icona di stile e anche attivista: una vita piena di impegni in pista e fuori. Il Campione della Mercedes, però, è perfettamente consapevole di fino a dove può spingersi.

In una recente intervista a Sky, in vista del GP di Imola, Sir Lewis Hamilton ha parlato della sua vita al di fuori della pista. La capacità di Hamilton sta anche in questo: andare oltre lo sport.

Non è facile poter seguire tutti i miei interessi. Molti lo fanno sembrare semplice, ma per me non lo è. Con me ho una grande squadra e credo di essere il pilota più impegnato di tutti. Trovare il giusto equilibrio è la cosa più difficile, perchè c’è sempre chi è pronto a dirti “Hai corso male perchè eri distratto da tutte quelle cose!” Questo è un modo molto facile in cui essere attaccati, ma nella mia carriera ho già superato diverse situazioni del genere.

Anche Niki Lauda, ex presidente non esecutivo della Mercedes, ha spesso criticato lo stile di vita di Hamilton. Lewis, però, è sempre riuscito a rompere gli schemi.

Una volta ero a New York per una sfilata, per poi volare in circuito. Niki Lauda mi disse che non potevo fare così, poi però feci quel giro in qualifica (A Singapore nel 2018) e tutti dissero “Ah, allora puoi farlo!”. Il punto è proprio questo: bisogna rompere gli schemi. Non riuscirei a fare tutte quelle cose se non fossi un pilota di Formula 1. Sta a me stabilire i miei limiti, fino a dove posso spingermi. So bene di non poter fare il matto alle feste e ritirarmi tardi. Pian piano sono diventato sempre più forte, quando avevo spazio ho cominciato a fare cose più interessanti. Quando iniziava ad essere troppo, potevo delegare il tutto al mio team. Questa è stata la strategia.

Nella F1 del futuro, Lewis spera di vedere più inclusione e diversità.

Con la mia fondazione voglio vedere un vero cambiamento. Nella mia esperienza in Formula 1 ho visto molte organizzazioni, spesso a scopo di lucro, dicono “Anche noi ricicliamo, anche noi siamo sostenibili”, ma alla fine gli interessa davvero? Adesso, però, temi come inclusione e diversità stanno diventando sempre più importanti. Ora improvvisamente molti brand hanno cominciato a mostrare interesse per la diversità. E perchè non lo avete fatto prima? Anche in F1 ci sono persone che non credono che la diversità sia un tema. I precedenti leader della F1 nemmeno ci credevano, e questo si percepiva. Adesso, per fortuna, ci sono persone con un’altra mentalità. La F1 rifletterà maggiormente il mondo esterno, e sarà un veicolo di messaggio positivo. Se un giorno avrò dei figli, sicuramente dopo la mia carriera, spero mi vedano come qualcuno che ha fatto qualcosa di buono piuttosto che come un buon pilota.

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