La Ferrari sarebbe stata costretta a chiudere l’accordo con la Fia per la power unit 2019, a causa di informazioni uscite da Maranello, costringendola a rivedere in corsa la SF1000.

In queste settimane molti nel paddock si sono chiesti quanto del fallimentare inizio di mondiale della Ferrari, scaturisca dall’indagine sulla power unit 2019. Infatti appare sempre più evidente che la SF1000 sia nata male, in quanto cambiata a progetto già ultimato.

Indiscrezioni che questa mattina hanno trovato una conferma. Al Corriere della Sera, una fonte della Federazione ha ammesso che soltanto documenti fuoriusciti da Maranello ed avuti da un altro team, hanno permesso di scoprire le zone grigie presenti nella power unit Ferrari.

La Federazione nel 2019 viste le proteste di alcune squadre, fece delle verifiche sui propulsori della Scuderia di Maranello. Reclami che diventarono sempre più forti al termine della doppietta di Charles Leclerc a Spa e Monza.

Nonostante sensori montati sul motore della SF90, nessun elemento aveva fatto riscontrare irregolarità, ma il caso rimaneva aperto e non veniva archiviato. Infatti la Fia secondo Giorgio Terruzzi aveva informazioni, tali da portare a chiedere la Ferrari l’accordo segretato.

Rumors che non sono nuovi. Già nei giorni successivi al comunicato, si parlò di un nuovo spionaggio industriale che obbligò i tecnici del Cavallino Rampante a modificare la power unit, intorno alla quale stava nascendo la SF1000.

In un primo momento la collaborazione con la Fia, faceva sperare che la Ferrari potesse trarne qualche vantaggio. Invece le nuove direttive hanno permesso alla Mercedes di riprendersi il primato anche sui motori, mentre la SF1000 soffre di mancanza di cavalli e carico aerodinamico.

Questa situazione rende palese quali sono i problemi in casa Ferrari. Oltre a rivoluzionare il reparto corse, c’è bisogno di recuperare quel peso politico perso nelle ultime due stagioni, se si vuole tornare a vincere.

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto