Cyril Abiteboul respinge nuovamente i rumors di un nuovo ritiro della Renault, nonostante non abbia ancora firmato il patto della Concordia.
Continuano le riflessioni in casa Renault, che deve decidere in fretta il proprio futuro, se vuole convincere a rimanere anche nel 2021 Daniel Ricciardo.
Fra i ragionamenti in corso dei nuovi vertici, c’è la certezza di ritrovarsi fra pochi mesi senza squadre clienti. Dopo la Toro Rosso due anni fa e la Red Bull nel 2019, anche la Mclaren ha deciso di non montare più la power unit francese nella prossima stagione.
A Autocar, Abiteboul ribadisce che la Renault, vuole continuare nel suo impegno in Formula 1, ammettendo il momento difficile, e paragonandolo a quello della Mercedes.
Infatti entrambi i team, sono ancora lontani dal trovare un accordo con Liberty, ma mentre la casa di Stoccarda sta trattando al fine di ottenere più ricavi possibili, per la scuderia transalpina l’addio sembra più di un’ipotesi.
“Siamo stati in f1 per 42 anni in qualche forma. Accetto la nostra mancanza di coerenza, in più ci sono state alcune dichiarazioni e cambiamenti. Ma la realtà è che siamo ben radicati, con due fabbriche e 1200 persone e siamo a buon punto, ma anche per il prossimo anno.
“Accetto che facciamo parte di un’industria automobilistica che sta tremando e questo vale anche per Renault, ma stiamo soffrendo più della Dailmer? Non ne sono sicuro“.
As of today, 30 March 2020, our team enters its official 3-week shutdown period. We will still be around on our social media channels and post content regularly.
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— Renault F1 Team (@RenaultF1Team) March 30, 2020
Il team principal della Renault difende la sua gestione spesso messa sotto accusa, soprattutto dalla promozione di Alain Prost a direttore non esecutivo. “E’ un rischio se non sai esibirti al livello appropriato.
Essendo già in f1 abbiamo critiche sul fatto che non siamo stati in grado di lottare per la quarta posizione l’anno scorso, che credo che è quello che faremo quest’anno.
Esistono numerosi marchi, tra cui i più affermati che non osano entrare in f1, per il rischio associato“.