Dopo la notizia dell’ingaggio di Stefano Domenicali come nuovo CEO della F1, la presenza di tanti personaggi storici del Cavallino Rampante al timone del circus ha diviso i fan. Ma esiste un rischio di favoritismi?

Nella serata di martedì, una notizia inaspettata ha sorpreso i fan della F1: Stefano Domenicali sarà il nuovo CEO del circus, subentrando a Chase Carey, l’uomo che ha guidato le operazioni della categoria regina sin dal 2017. Il manager imolese tornerà dunque in F1 con un ruolo di primissimo piano, dopo 6 anni passati al timone prima di Audi e poi di Lamborghini, dove ha ottenuto notevoli successi. La notizia dell’approdo di Domenicali ha riscosso notevoli apprezzamenti, a conferma della grande stima nei suoi confronti, ma allo stesso tempo ha generato dubbi e critiche da parte di una fetta di appassionati.

todt Ferrari

Queste perplessità nascono dal passato ferrarista di Domenicali (dal 1995 al 2014), ma non solo. Riguardano anche altri due uomini chiave del circus dal passato in rosso: Jean Todt, Presidente della FIA, e Ross Brawn, Managing Director della F1. Il trio che si troverà al timone del circus è infatti lo stesso trio che ha guidato la Ferrari durante il periodo più brillante della storia del Cavallino Rampante in F1. Da qui nascono i dubbi (o, in alcuni casi, le speranze) di una parte degli appassionati: ci saranno favoritismi nei confronti della Ferrari?

Una domanda lecita, alla quale dare una risposta non è affatto facile. Tuttavia, valutando il presente e il passato di Todt, Brawn e Domenicali, si può dire con tranquillità che non ci sarebbe alcun motivo per cui questa governance dovrebbe favorire la Scuderia di Maranello. Prima di tutto, per una questione di professionalità: né Todt né Brawn, infatti, nei propri anni di “governo” della FIA e della F1, hanno cercato di fare gli interessi della Ferrari o di qualsiasi altro team, bensì hanno lavorato (bene) per le rispettive aziende. Un discorso che potrebbe sicuramente essere fatto anche per Domenicali: nonostante si sia definito un “uomo Ferrari”, il manager imolese ha trovato successo in tutte le proprie sfide professionali, in particolare in Lamborghini, l’azienda rivale di Ferrari per antonomasia.

Formula 1 Liberty

Favorire la Ferrari sarebbe inoltre una scelta controproducente per la stessa Liberty Media, il cui obiettivo è quello di far crescere lo sport senza distinzioni interne. La scelta di Domenicali è indubbiamente dettata dai grandi successi manageriali raggiunti dall’imolese, così come, a suo tempo, fu quella di Ross Brawn. Entrambi, come anche Jean Todt, hanno terminato la loro esperienza in Ferrari, aprendo un nuovo capitolo della propria vita lavorativa con Liberty Media e, nel caso del francese, con la FIA. Dopo la reggenza di Carey, caratterizzata da un riassestamento in termini di marketing e comunicazione della F1 e dalla fondamentale firma del nuovo Patto della Concordia, Liberty Media aveva bisogno di trovare un uomo in grado di coniugare questi campi con la conoscenza delle dinamiche più profonde del paddock e della pista. E Domenicali calza a pennello con questo identikit.

Nonostante ciò, è praticamente inevitabile che, quando una decisione controversa andrà a favore della Ferrari, le accuse di favoritismo pioveranno. In quest’ottica, sia la F1 sia la FIA dovranno migliorare sotto il punto di vista della trasparenza, per evitare la nascita di nuove, stucchevoli polemiche. Dal canto suo, Domenicali dovrà essere bravo a gestire con equilibrio lo sport, togliendosi di dosso l’etichetta di “uomo Ferrari”, per guidare al meglio la F1 nella sua nuova era.

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