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Gp Belgio, il poker “indigesto” di Max Verstappen

A punti continua ad andarci. Non, però, come vorrebbe lui e come gli era riuscito di fare con impressionante disinvoltura lo scorso mondiale e nella prima parte di questo. Quattro Gran Premi di fila senza sedersi sul trono, per Max Verstappen, devono essere davvero qualcosa di molto indigesto. Il ragazzo, del resto, ha abituato gli appassionati al suo carattere fumantino riassumibile nell’espressione: o primo o niente. Film già visto, Ayrton Senna e Nigel Mansell, due che nella storia del circus hanno scritto pagine a inchiostro indelebile, ragionavano alla stessa maniera. E, soprattutto, assai spesso applicavano il teorema sulla pista.

Che il ragazzo abbia imparato ad accontentarsi “all’Alain Prost” per cui , anche se non si è primi, sono sempre punti che se ne vanno nel forziere da non buttare dalla finestra, parrebbe da escludere. Max l’asso (per ora non più) pigliatutto ha una voglia matta di sapere per quale motivo il giochino non gli riesca più così semplice come fino a soli pochi mesi fa. Certo il ragazzo appare un po’ in crisi. L’incidente con Hamilton in Ungheria prima, qualche incomprensione di troppo con la Red Bull anche via radio, vedersene passare davanti quattro (tre dopo la squalifica di Russell) in pista è cosa che lo manda fuori dai gangheri.

Settantotto punti di vantaggio sul secondo , ovvero l’ormai non più sorprendente Lando Norris con la sua Mc Laren, rappresenterebbero un vantaggio tranquillizzante. Ma i condizionali, dalla penna, ci devono uscire per forza. Perché, pur se giunto quinto in Belgio, il britannico va a punti con una disinvoltura impressionante e non ne ha steccata una da inizio stagione. E quindi potrebbe stargli sempre più con il fiato sul collo. Del resto lo stesso Verstappen, dopo la prima vittoria di Norris in carriera nel Gran Premio degli Stati Uniti, non era andato per parafrasi e aveva dichiarato: “attenti, perché lo potrebbe fare di nuovo”. Per ora non è accaduto, ma Lando della terra d’Albione , ormai, è una certezza nitida del circus e sa come combinare brutti scherzi alla concorrenza.

Ergo, sommando il rapporto non più idilliaco con la Red Bull e la pressione del britannico, Verstappen i suoi grattacapi per la testa ce li ha eccome. Guarda il caso, il prossimo appuntamento iridato lo avrà praticamente sotto casa. E lì, piuttosto che steccare, guiderebbe con una mano sola. La classifica continua a dire che il re incontrastato è lui. Ma se prima, tra lui e la concorrenza, regnava l’abisso o quasi, ora non è più così. Ed è quindi chiamato non solo a gestire questa pressione, ma anche a rispondere in pista. Un lavoro psico-motoristico. In una scuderia che non pare disposta a concedergli sconti.

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