Monta la polemica sui nuovi incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici: secondo il canale “Werner’s World”, la misura sarebbe “ingiusta e illegale”. Le agevolazioni, riservate solo ai residenti nelle “zone funzionali”, escluderebbero quasi metà del Paese, generando un caso di discriminazione territoriale senza precedenti.
Gli incentivi riservati solo alle “zone funzionali”
La nuova tornata di incentivi statali per l’acquisto di auto elettriche sta scatenando un acceso dibattito politico e sociale. Secondo l’analisi diffusa dal canale YouTube Werner’s World, la misura varata dal Governo rappresenterebbe un caso lampante di discriminazione territoriale, in quanto esclude di fatto circa il 45% della popolazione italiana.
Gli incentivi, infatti, sarebbero accessibili solo ai residenti nelle cosiddette “zone funzionali”, ossia i comuni con più di 50.000 abitanti e i loro limitrofi. Questo criterio, secondo i critici, taglia fuori centinaia di piccoli centri e aree rurali.
I dati Istat del 2011 e il nodo territoriale
Uno degli aspetti più controversi è l’utilizzo di dati Istat risalenti al 2011, ormai obsoleti e non rappresentativi dell’attuale realtà demografica. “L’Italia è cambiata totalmente in 14 anni”, sottolinea il relatore del video, accusando l’Istituto di non aver aggiornato la mappa dei comuni eleggibili.
La conseguenza pratica è che anche centri oggi ben sviluppati, come San Benedetto del Tronto, vengono esclusi dagli incentivi, mentre altre città ne beneficiano pur avendo parametri simili. Nei concessionari delle Marche e dell’Abruzzo, venditori confermano: “gli incentivi valgono solo nelle grandi città”.
Le distorsioni di mercato e il paradosso dei piccoli risparmiatori
Secondo l’inchiesta, questa impostazione genera una distorsione di mercato che penalizza i cittadini più vulnerabili. Un residente di Roma può acquistare un’auto elettrica con incentivo e rivenderla subito, senza vincoli, a un acquirente delle regioni escluse come Umbria, Marche o Abruzzo.
In questo modo, chi vive nei piccoli centri — spesso con redditi più bassi e auto datate — resta escluso dal beneficio e non può accedere a veicoli più sicuri e sostenibili. “Chi ha bisogno davvero di un aiuto, non lo riceve”, denuncia il commentatore, definendo la misura “ingiusta e scioccante”.
Il paradosso dell’uso: chi può ricaricare resta fuori
Altro punto critico è la logica stessa dell’incentivo. Nelle grandi città, dove gli incentivi sono validi, molti residenti non dispongono di garage o spazi privati per ricaricare l’auto elettrica. Al contrario, chi vive in campagna o nei piccoli comuni potrebbe ricaricare comodamente grazie a pannelli solari o prese domestiche, ma è escluso dagli aiuti.
Secondo il video, questa incoerenza suggerisce una possibile volontà politica di favorire settori specifici, come il noleggio o le flotte aziendali, più che incentivare davvero la mobilità sostenibile diffusa.
Un’ingiustizia ignorata dai media
Nonostante alcune segnalazioni del Codacons, il tema è passato quasi sotto silenzio nei principali media nazionali. La percezione generale è che lo Stato stia favorendo le grandi aree urbane, ritenendole “più importanti” rispetto ai piccoli centri.
Il video si conclude con un appello agli elettori: “Ricordatevi di chi ha deciso che voi, abitanti delle province, non contate nulla. Non avete diritto ad alcun incentivo, anche se vivete con auto vecchie e insicure”.
La controversia sugli incentivi 2025 evidenzia una profonda frattura tra Italia urbana e Italia provinciale. La scelta di limitare gli aiuti alle “zone funzionali” potrebbe generare non solo malcontento sociale, ma anche squilibri economici e ambientali.
Senza una revisione dei criteri, la misura rischia di allontanare ulteriormente i cittadini dalle politiche di transizione ecologica, trasformando un’iniziativa nata per l’ambiente in un boomerang politico.
Fonte: Video analisi “Werner’s World” e verifiche redazionali newsf1.it
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