F1 – Negli ultimi giorni si è parlato quasi esclusivamente della nuova sospensione posteriore della Ferrari, testata durante il filming day di Fiorano. Le foto “rubate” hanno alimentato l’hype, ma dietro l’enfasi mediatica si nasconde una verità spesso trascurata: l’aggiornamento chiave è il fondo aerodinamico, non la sospensione.
Eppure, ancora una volta, il dibattito tecnico si è concentrato su ciò che è visibile e immediatamente comprensibile. La sospensione è un elemento concreto, osservabile dalle immagini, facile da raccontare. Il fondo, invece, lavora nell’ombra: è nascosto, complesso, eppure decisivo per la prestazione.
Filming day: un test utile, ma non risolutivo
La 2 giorni di Fiorano ha permesso al team di raccogliere dati preliminari sulla nuova sospensione, ma si tratta di test, con gomme dimostrative e condizioni che nulla hanno a che vedere con un weekend di gara. È quindi riduttivo considerare questo test come un banco prova per giudicare l’efficacia dell’aggiornamento.
La domanda da porsi è un’altra: perché si parla solo della sospensione e non del fondo aerodinamico, che è stato completamente rivisto e introdotto già al Gran Premio d’Austria?
Il fondo effetto Venturi resta la chiave
Come sottolineato più volte dagli ingegneri del team di NewsF1 sul nostro canale, il fondo aerodinamico, in particolare con l’effetto Venturi, è il vero cuore prestazionale di una monoposto di Formula 1. Genera gran parte del carico aerodinamico e lavora a stretto contatto con le sospensioni, ma ha una complessità tecnica che ne rende difficile l’analisi da parte dei media.
Grazie alle simulazioni CFD e ai test al banco, oggi è possibile progettare sospensioni più precise. Tuttavia, il comportamento del fondo rimane imprevedibile e fortemente condizionato da fattori dinamici.
Perché Ferrari ha impiegato tanto tempo?
Mercedes ha introdotto la nuova sospensione posteriore già a Imola. Ferrari, invece, ha preferito attendere. Il motivo è strettamente tecnico: una sospensione è davvero efficace solo se progettata per valorizzare un fondo già funzionante. E la SF-25 ha avuto un percorso di sviluppo tortuoso, segnato da problematiche aerodinamiche che hanno costretto la squadra a ripensare completamente il fondo, introdotto in versione aggiornata proprio in Austria.
In realtà, il team di Maranello si è trovato in ritardo anche a causa del passaggio al pull rod anteriore, che ha richiesto un lungo lavoro di adattamento generale. Il risultato è che la sospensione posteriore è arrivata solo ora, a fondo ormai in pista.
Un precedente che parla chiaro
Nel 2024, Ferrari ha vissuto una situazione simile. Il nuovo fondo introdotto in Spagna ha richiesto settimane di apprendimento, e solo dopo la pausa estiva la SF-24 ha iniziato a mostrare segni di competitività. In quel caso, la sospensione non venne aggiornata, ma semplicemente ritarata per adattarsi al nuovo carico aerodinamico.
È quindi ragionevole pensare che anche quest’anno l’efficacia del nuovo fondo – e non della sospensione – sarà l’elemento decisivo per la seconda parte di stagione.
Sospensione e fondo: un binomio inscindibile
La nuova sospensione potrà certamente migliorare l’efficienza generale, ma non sarà da sola a fare la differenza. È il fondo l’elemento che va compreso, ottimizzato, sfruttato, e ciò richiede tempo, chilometri e continuità tecnica.
Ed è proprio questa la vera incognita: la stabilità interna del team. Le tensioni tra Vasseur e Vigna sono note, e come accaduto nel 2024 con l’uscita di Cardile, il rischio di un “reset” tecnico è concreto. Guarda caso, tutto questo accade in un momento strategicamente delicatissimo, con il regolamento 2026 ormai alle porte.
Quale direzione prenderà Ferrari?
La nuova sospensione potrà aiutare, ma non sarà il punto di svolta. Il lavoro vero si gioca sulla comprensione del fondo e sulla capacità del team di restare coeso. Perché una buona macchina non basta, se manca la continuità tecnica e politica necessaria a valorizzarla.