L’addio di Honda dal mondo della F1 ha confermato la grande crisi dei motori ibridi: propulsori così complicati quanto costosi tanto che le grandi case motoristiche non voglio proprio sentirne parlare.

Sembra passata un’eternità da quando la massima serie automobilistica attirava nuovi fornitori di motori a mettersi in gioco nel Mondiale: BMW, Cosworth e Ford, giusto per citarne alcuni, sono tutte case che col passare degli anni hanno salutato la competizione per puntate sulla FormulaE oppure al WEC.

Chi ne ha tratto svantaggio da questa uscita sono stati i due team che utilizzavano il motore giapponese: la Red Bull e l’AlphaTauri. Entrambi i team dovranno darsi da fare per trovare un accordo con gli ultimi tre motori rimasti in F1: Renault, Mercedes e Ferrari. Da regolamento, se non si riuscisse a trovare un accordo con nessun costruttore, la Renault dove fornire i propri motori alle due scuderie in quanto è la casa produttrice con meno clienti. Nelle ultime ore si sono, però, aperti alcuni scenari interessanti.

Il problema che viene fuori utilizzando i motori attuali sono i costi esorbitanti che servono per progettarli e migliorarli. Anche il CEO della Renault, Cyril Abiteboul, fa luce su questo problema: “Siamo molto dispiaciuti che la Honda abbia lasciato la F1. Anche Liberty Media dovrebbe esserlo. La situazione è diventata insostenibile sia dal punto di vista tecnologico che economico. Bisogna certamente rivedere qualcosa“.

La Formula 1 costa molto e anche se spendi non è detto che i risultati arrivino, aggiunge l’ingegnere francese, “Noi ne siamo la dimostrazione. Mi aspetto che questa situazione generi qualche riflessione in più sulla programmazione per le power unit di nuova generazione. Qualcosa è stato fatto, ma non basta. Dobbiamo insistere su questo se non vogliamo che la F1 si faccia male“.

Dopo questo spiacevole scenario due potranno essere le soluzioni: o una serie sempre più elettrica simile alla FormulaE oppure un ritorno ai propulsori V8 da 2.4L, ovvero i motori aspirati. Il motore completamento elettrico però è qualcosa che farebbe male sia ai fan che alla F1 stessa snaturandola. In più ciò non sarà possibile prima del 2030 anno in cui la FormulaE perde l’esclusiva del motore completamente ibrido. A volte serve fare un passo indietro per farne uno in avanti: tornare ai motori aspirati.

La questione motori sarà un punto cardine nei prossimi anni dal quale ne deriva il futuro della competizione: lo scopo sarà ridurre i costi e attrarre più costruttori in F1, visto che l’unico fornitore di motore che ha sposato il progetto ibrido in F1 ha già alzato bandiera bianca. La nuova carica di Stefano Domenicali, uomo che conosce molto bene la F1, ci fa ben sperare in vista di questa situazione.

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