Il 2020 Ferrari è peggiore delle già poco ottimistiche aspettative: scopriamo gli errori tecnici e sportivi alla base di una crisi che sarà lunga.

Vinceremo l’anno prossimo, usava dire Luca di Montezemolo sul finire degli anni ’90, quando per un motivo o per un altro, la Ferrari perdeva il titolo piloti all’ultima gara (1997, 1998, 1999).
Vinceremo tra due anni è invece quanto potrebbe dire Mattia Binotto visto il gap ciclistico rispetto a Mercedes, accusato dalla Ferrari nei primi tre round 2020. Un gap destinato a restare tale anche nel 2021 a causa di regolamenti congelati.
Questa, di fatto, la fotografia di una Ferrari in palese crisi tecnica e sportiva. Un team, di fatto, che ha tra le mani una macchina scadente, destinata a rinviare l’attesa della vittoria al prossimo anno, non a fine stagione dopo lotte con i rivali, ma all’inizio dell’estate.
Termometro, tutto questo, di una crisi totale del reparto corse Ferrari, figlia di errori tecnici e sportivi che, per stessa ammissione del team principal Mattia Binotto, sarà lunga.

Partiamo dall’inizio per capire le ragioni della crisi Ferrari.
Reggio Emilia, presentazione della SF1000: già da allora si capisce l’approccio della Rossa al 2020.
A Maranello, il 2020 è impostato come un anno di transizione fino al 2021 quando, con le nuove regole, si vuole aprire un ciclo vincente. Una scelta che non rispecchia l’#esserrFerrari, ma al limite del comprensibile. Di fatto poteva avere senso puntare tutto, anche e soprattutto in termini di risorse, sui nuovi regolamenti, prima dell’arrivo del budget cap.

Binotto e i suoi uomini, dunque, puntano ad un anno dignitoso e senza acuti per fare il colpaccio con le nuove macchine.
Detto fatto: si va ai test dove Binotto capisce, e dichiara apertamente, che la Ferrari non è competitiva abbastanza per vincere. Però tra il non essere competitivi e l’essere disastrosi si ha una bella differenza.
Di fatto, neppure a Maranello, dopo Barcellona si aspettavano di avere una macchina così scadente, tanto che pensavano di essere terza forza, a 0.3 secondi da Mercedes.

Però. Si ha un però. Arriva, tra i test e Melbourne, il Covid-19 che fa cambiare pelle alla F1, rendendola più accorta ai costi. Per questo dunque si decide di congelare le regole anche per il 2021, al fine di garantire la sopravvivenza di alcuni team minori.
I piani Ferrari saltano e a Maranello vorrebbero correre ai ripari, ma le regole freezate non consentono di fare passi in avanti importanti

F1 - Il punto debole della Ferrari SF1000 è il motore

F1 – Il punto debole della Ferrari SF1000 è il motore

Ecco allora che la poco competitiva SF1000 è destinata a restare tale. Però, sorge ora una domanda di non poco conto:perché la SF1000 è così poco performante?
Probabilmente perché il progetto è nato a Giugno scorso, quando so staff tecnico non aveva ancora compreso il comportamento della SF90. Il che inevitabilmente ha rallentamento lo sviluppo della SF1000 e non ha permesso di implementare soluzioni efficaci.

Inoltre, la vettura di questa stagione è stata pensata con i valori di potenza della scorsa stagione. La PU però, a causa delle direttive tecniche della FIA e dall’accordo segreto FIA-Ferrari (dopo la presunta irregolarità della PU Rossa del 2019) ha perso la potenza che aveva. Di fatto, la SF1000 pecca di potenza per quanto appena detto, ma non ha neppure i numeri di carico sperati dai tecnici. L’Ungheria infarti, ha sancito questo insuccesso telaistico della macchina, poiché su una pista dove il motore non conta, Vettel e Leclerc erano attesi al riscatto.

Ecco allora il perché la Ferrari ha perso il ruolo di seconda, ma anche di terza forza a cui aveva abituato nelle passate stagioni.
A questo punto, è chiaro come Mclaren e Racing Point hanno sopravanzato il Cavallino in termini di prestazione, potendo contare su telai quantomeno dello stesso livello, ma power unit superiori.

Ma la domanda, la cui risposta è stata già anticipata in apertura è: quanto tempo servirà per uscire da questa situazione?

Binotto

La risposta, non rassicurante per i tifosi, è arrivata nella serata di ieri direttamente da Mattia Binotto: «Non sono cose che sistemano in poche settimane, la strada è lunga e ci vuole pazienza».

Altro aspetto non certo positivo del momento Ferrari è quello relativo ai piloti, soprattutto parlando di Leclerc.
Il pilota a cui il Cavallino ha affidato il proprio futuro sembra entrato in crisi, forse a causa delle troppe pressioni a cui è sottoposto.
Un altro dubbio nella già tormentata estate Rossa? Speriamo di no, ma la risposta potrà darla solo Leclerc, già a partire dalla doppia gara di Silverstone.

Prima di chiudere, va sottolineato quello che, ad oggi, sembra essere l’unico punto di forza del team di Maranello. Stiamo parlando dei buoni risultati conseguiti da Maranello nelle trattative per il rinnovo del Concordia Agreement, che garantiranno alla Rossa enormi introiti ogni anno, oltre che la conferma del diritto di veto.
Purtroppo però, i disastri che si stanno verificando in pista, potrebbero far passare sotto traccia questi importanti traguardi.

Ecco dunque, il quadro della profonda, quanto lunga, crisi che sta attraversando la Ferrari, come detto figlia di errori tecnici. Una crisi a cui, forse, solo le nuove regole potranno mettere fine anche se, prima di allora, andrà profondamente rivisto l’organico e l’organizzazione della GeS.

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