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F1 News Mclaren monza credits media Pirelli

F1 – Le “Papaya Rules”: quando la McLaren si frena da sola

F1 – La McLaren è tornata. Dopo anni di buio, il team di Woking è di nuovo lì davanti, a giocarsela dominando, almeno fino ad ora. Eppure, qualcosa sembra non funzionare del tutto: nonostante una monoposto velocissima e due piloti di talento come Lando Norris e Oscar Piastri, la McLaren non riesce ancora a fare quel passo decisivo per riportare definitivamente in casa, con almeno qualche gara in anticipo, un titolo piloti che manca dal 2008, ai tempi di Lewis Hamilton.

Il problema? Quelle che ormai tutti chiamano “Papaya Rules”.

GP USA AUSTIN F1 News SPRINT RACE
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Cosa sono le Papaya Rules

Dietro il nome simpatico – ispirato al classico arancione papaya del team – si nasconde una filosofia precisa:

“Corri duro, ma pulito. E non toccare il tuo compagno di squadra.”

Un mantra ribadito più volte da Zak Brown e Andrea Stella, pensato per evitare incidenti tra i due piloti e mantenere il clima sereno all’interno del box. In teoria, un principio saggio. In pratica, una gabbia dorata.

Perché mentre la McLaren predica equilibrio, gli altri spingono al massimo. Red Bull, in primis, non si pone troppi problemi nel puntare tutto su Max Verstappen. E il risultato è chiaro: il tre volte campione del mondo continua a sfruttare ogni incertezza degli avversari per restare davanti.

f1 news GP Ungheria Piastri norris Mclaren
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Il problema della “doppia prima guida”

Le Papaya Rules funzionano… finché non si entra nella lotta per il titolo.
Quando entrambi i piloti sono vicini in classifica, e il team non vuole scontentare nessuno, nasce la confusione.
Chi è la vera prima guida? Chi ha la priorità nelle strategie?

La McLaren, oggi, non sembra avere una risposta. E questa indecisione si traduce in strategie timide, duelli evitati e, alla fine, punti persi.
Nel momento in cui serve scegliere un leader da spingere fino in fondo, Woking continua a proteggere l’immagine di un “team unito”. Ma nel frattempo, Verstappen continua a incassare.

L’illusione del gioco di squadra perfetto

La Formula 1 non è il calcio: qui non ci sono pareggi, e non si vince per spirito di gruppo.
Serve cattiveria, lucidità, e soprattutto una gerarchia chiara.
La McLaren, invece, sembra voler piacere a tutti: ai fan, ai media e ai propri piloti.
Ma la realtà è che, in F1, le regole interne troppo rigide possono soffocare la fame di vittoria.

È bello vedere due compagni che si rispettano, ma quando la linea tra rispetto e prudenza diventa troppo sottile, si rischia di perdere il treno del mondiale.

Conclusione: serve una scossa

La McLaren ha tutto: macchina, piloti, struttura, entusiasmo. Ma deve scegliere.
O si continua con le Papaya Rules, mantenendo la facciata del “team perfetto”,
oppure si fa un salto di maturità, riconoscendo un leader e liberandolo da certi vincoli.

Perché il mondiale non lo vincono i più simpatici,
ma quelli che osano di più.
E, finché Woking continuerà a guardarsi dentro, Max Verstappen là davanti continuerà a guardare solo avanti.

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