Nuova prova di forza della Red Bull che nel Gp dell’Arabia Saudita ha surclassato la concorrenza, mentre la Ferrari che a Jeddah sulla carta doveva andare meglio che in Bahrain, ha confermato i limiti nel passo gara della SF-23.

Nel Gp dell’Arabia Saudita altro dominio della Red Bull, che ha piazzato la seconda doppietta di fila. Questa volta ad imporsi è stato Sergio Perez, che ha preceduto il compagno di squadra Max Verstappen, il quale protagonista di una grande rimonta, ha recuperato tredici posizioni rispetto alla partenza. Al fianco dei due piloti Red Bull come a Sakhir sul gradino più basso del podio è salito Fernando Alonso, che dopo il ricorso dell’Aston Martin si è visto restituire il terzo posto. Alle sue spalle George Russell e Lewis Hamilton, che nonostante una Mercedes lontana dai livelli degli anni passati, ha tagliato il traguardo davanti alle due Ferrari. Proprio Carlos Sainz e Charles Leclerc sono i più delusi del Gp dell’Arabia Saudita, a causa di una SF-23, che non solo ha faticato nel passo gara e con le hard, ma è stata la quarta forza in pista.

Perez dopo aver perso subito la testa della corsa a causa del cattivo posizionamento di Alonso in griglia, ci mette poco a riprendersi la prima posizione, sfruttando la solita forza della Red Bull con DRS aperto. Perez allunga, ma non fa il vuoto, con un Alonso che ancora una volta mette in mostra la bontà del progetto dell’Aston Martin, ed è l’unico a tenere il ritmo del messicano e di Verstappen. In Mercedes e Ferrari come nelle qualifiche, se Russell e Leclerc riescono a limitare i danni, Hamilton con le Hard e Sainz che dopo essere stato superato da Stroll non è riuscito a rispondere. Lo stint di Leclerc aveva illuso, nonostante i tanti sorpassi non aveva avuto problemi di degrado come in Bahrain, facendo segnare anche buoni tempi.

Invece dopo la sfortuna per l’uscita della safety car, che ha fatto finire Leclerc e Sainz dietro a Hamilton, la SF-23 con le Hard è andata di nuovo in crisi. Invece le Red Bull volavano svelando il vero potenziale della RB19. Alle loro spalle se l‘Aston Martin con Alonso si conferma gentile con i pneumatici come la Red Bull, al contrario Russell e Hamilton che non hanno potuto spingere al 100% per non rovinare le gomme. Situazione peggiore per la Ferrari che crollando come in Bahrain con le hard, dimostra che nonostante gli aggiornamenti portati alla SF-23 manca tanto carico aerodinamico.

Situazione che è confermata anche dal grafico sul passo gara. Se Red Bull come in Bahrain ha fatto una gara a parte, ed ha un vantaggio difficilmente colmabile nel giro di poche settimane, vista la superiorità in curva, ed in rettilineo, invece per la Ferrari è già tempo di processi. Come si è visto nel corso della passata stagione l’ostinazione ad inseguire la Red Bull sull’efficienza aerodinamica le ha fatto perdere la strada, oltre ad equilibrio e carico aerodinamico, e con la SF-23 la situazione è ulteriormente peggiorata. Anche perchè è tornato il cronico problema a Maranello, la mancata correlazione dati fra simulatore e pista, che invece nel 2022 sembrava essere stato risolto. Proprio per questo recuperare il gap non solo dalla Red Bull, ma anche dall’Aston Martin non sarà facile, e viste le dichiarazioni di oggi di Vasseur, non ci sarà da stupirsi se nei prossimi giorni ci saranno nuovi addii, e partirà l’ennessima rivoluzione.

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