La Ferrari si affida nuovamente come nel 2017 all’esperienza di Rory Byrne per migliorare la SF1000, e renderla competitiva in vista della prossima stagione.

I cambiamenti annunciati ieri da Mattia Binotto alla struttura organizzativa, hanno deluso chi si aspettava una rivoluzione. La novità principale è il ritorno di Rory Byrne a cui la Ferrari chiede di farla uscire nuovamente dalla crisi.

Binotto FerrariL’ingegnere sudafricano arrivò per la prima volta nella Scuderia di Maranello nel 1997. Voluto fortemente insieme a Ross Brawn da Michael Schumacher, fu il chief designer delle rosse, che dal 2000 al 2004 permisero al tedesco di vincere quattro mondiali consecutivi.

Byrne in altri due momenti difficili venne richiamato da Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne. Nel 2012-2013 permise a Fernando Alonso di giocarsi per due anni di fila il titolo all’ultima gara.

L’ex Benetton in coppia con Simone Resta nel 2017-2018, progettarono le migliori Ferrari nell’ultimo quadriennio. Con la SF70H e SF71H Sebastian Vettel sfidò Lewis Hamilton nella prima parte di campionato, ma soprattutto alcuni concetti di quelle macchine, vennero ripresi da Mercedes e Red Bull.

Nelle ultime due stagioni la collaborazione sembrava terminata. Invece Binotto dopo il deludente inizio di campionato, gli ha chiesto di dare nuovamente una mano alla Ferrari. Byrne infatti dovrà mettere a disposizione di Enrico Cardile la sua esperienza, nel capire i difetti della SF1000, che come visto in Ungheria, dà sensazioni diverse ai piloti da un giorno all’altro.

Lavoro non facile, ma che sarà importante in chiave 2021. La SF1000 dovrà essere schierata anche il prossimo anno, e da qui ad Abu Dhabi è necessario rivoluzionarla, per non essere costretti ad un’ altra stagione non da Ferrari.

Inoltre, Byrne potrà dare un grosso contributo anche per le nuove macchine del 2022. Già tre anni fa dimostrò ancora una volta le sue capacità, interpretando con Resta meglio di tutti il cambio regolamentare.

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