Aldo Costa crede sia impossibile scegliere chi fra Michael Schumacher e Lewis Hamilton sia il più forte, in quanto entrambi sono due campioni.
Intervistato dal Resto del Carlino, Aldo Costa ha parlato del confronto che si sta facendo in queste settimane nel mondo della Formula 1, su chi sia il migliore fra Schumacher e Hamilton, con i quali ha lavorato in Ferrari e Mercedes.
L’ex direttore tecnico della Ferrari e Mercedes, spiega cosa hanno in comune e quali sono le differenze tra Schumacher e Hamilton. “Sono entrambi due campionissimi. Distinti e distanti nei modi, ma uguali in una cosa: l’ossessiva ricerca della perfezione”.
“Michael è stato il re di un automobilismo che si basava sulla sperimentazione in pista. Lui era un pilota empirico. Parlava tanto con noi ingegneri ed era ansioso di collaudare sull’asfalto ciò che veniva progettato. Schumacher collezionava migliaia di chilometri sulla strada. Era un perfezionista attraverso la pratica.
La F1 di Lewis, per ragioni che non stiamo a discutere, è senza collaudi. Lewis è l’imperatore di un automobilismo che richiede un approccio molto teorico, ore e ore di lavoro al simulatore e la risposta te la darà solo la gara. Lui in questo è fenomenale, maniacale come era Michael nel sottoporsi allo stress dei test infiniti”.
NINETY TWO WINS 🤯 Today is beyond my wildest dreams. I couldn’t be here today without my team, continuously innovating and pushing the barrier in this game. I’m so grateful to have you guys by my side through this journey… pic.twitter.com/uNNFY6eLED
— Lewis Hamilton (@LewisHamilton) October 25, 2020
Per il legame ed il rapporto che ha avuto con entrambi, Costa non può scegliere chi fra Schumacher e Hamilton è il più forte. “Sono stato bene con l’uno e con l’altro. Ci capivamo al volo, eravamo uniti dalla passione per la tecnologia. Hamilton era capace di telefonarmi la domenica a casa per discutere di un dettaglio della vettura! E Michael ti cercava per chiederti: quando lo proviamo in pista, quel tal particolare? Schumi l’ho conosciuto in Ferrari. Furono anni bellissimi. Non a caso fu proprio Michael, insieme a Ross Brawn, a chiedermi di seguirlo in Mercedes, nel 2012″.