Una settima, l’altra nona, entrambe a punti, insieme e appassionatamente. In casa Racing Bulls la sensazione era di quelle che mancavano all’album dei bei ricordi da inizio stagione. Per la dirigenza della scuderia faentina, quindi, vedere Yuki Tsunoda transitare settimo al traguardo e Liam Lawson nono deve essere stata una goduria davvero particolare.
Che dimostra innanzitutto due aspetti, Primo, la scuderia sta guadagnando in competitività e potrebbe crearsi una continuità di rendimento. Secondo, la sentenza di Helmut Marko secondo la quale la Racing Bulls deciderà il secondo pilota soltanto a fine stagione ha scaldato parecchio l’ambiente. Tsunoda si è ricordato di quanto sia bello riuscire a monetizzare, da sette gran premi non provava quel dolce, rombante brivido e ha deciso di risperimentarlo perché troppa acqua era passata sotto i ponti senza macinare.
Quanto a Lawson, parlare di sorpresa sta ormai diventando demodè e desueto. Due gran premi a punti su tre non possono certo essere frutto del caso e danno conto del fatto che il rampante ventiduenne britannico nel condominio Formula Uno ci sta benone e vuole continuare a tenerci casa eccome. Ai due drivers della RB fa evidentemente bene un mondo sentirsi sotto pressione per potersi guadagnare un posto da titolare nella squadra per l’anno a venire. Quando sai che la porta è stretta, fai di tutto per arrivarci tu per primo, film già visto. Nella vita come nella Formula Uno.
Tsunoda aveva indubbiamente bisogno di sbloccarsi dopo sette gran premi a vuoto due dei quali erano addirittura sfociati in ritiri. Inizialmente si era persino diffusa una voce secondo la quale sarebbe stato nel mirino della Red Bull. Poi, però, le quotazioni sono un po’ diminuite a causa della flessione di rendimento e sul samurai rombante .è piombata la sentenza categorica: deve ancora farsi un po’ di ossa, poi si vedrà, ma al momento non è cosa. Lui, però, come ha detto più volte non per voler fare il guascone, chè non ce l’ha proprio di indole, ma per legittima aspirazione a migliorarsi, un posto al sole in qualche scuderia di grido continua a sognarlo e se lo vuole guadagnare.
Lawson il primo esame lo ha superato, riuscire a fare meglio di Daniel Ricciardo che con la RB non aveva stabilito un gran feeling ed è stato per questo appiedato. Se in diciotto gran premi l’australiano è andato tre volte a punti e il suo successore, dopo tre gare, ha già frequentato la zona dove si capitalizza per ben due volte, del resto, il paragone balza evidente. Questione di saper prendere confidenza con la macchina, di volersi giocare quell’occasione che somiglia al treno transitante una volta soltanto sotto il suo naso. Non ci sperava, Liam il bipuntuato, di tornare a misurarsi nel circus. E , invece, si sono ricordati di lui. E lui ha tirato fuori il suo armamentario bellicoso e si è ricordato a meraviglia di come si faccia galoppare la vettura sino alla zona punti.
E dunque, per la Racing Bulls, al di là della bellezza, sempre apprezzata, di avanzare nella classifica punti, diventa piacevole anche assistere a una lotta intestina tra due drivers che hanno dimostrato di avere stoffa e vogliono far capire ognuno che il loro vestito è più bello e sgargiante di quello del collega d’abitacolo. Tsunoda è pronto, Lawson pure. Domani è un altro Gran Premio, si vedrà.