Ricciardo “imperatore” di Cina, Red Bull brava nel “cogliere l’attimo”, Verstappen “sciagurato”.
E Ferrari e Mercedes a “leccarsi le ferite”.

In questo Mondiale F1 2018, fino ad ora, di sicuro non abbiamo avuto modo di annoiarci.
In Cina va in scena una gara rocambolesca, piena di episodi.

Quando tutto sembrava deciso dopo l’undercut incredibile della Mercedes di Bottas sulla Ferrari di Vettel, l’intervento della Safety Car per liberare il circuito dai detriti delle Toro Rosso scontratesi tra di loro (quando si dice il destino…) ha permesso alle Red Bull di non perdere il tempo necessario per la seconda sosta, potendo contare su gomme più morbide (Pirelli Yellow Soft) e fresche rispetto a chi era davanti (Mercedes e Ferrari su White Medium).

Ma tutto ciò non sarebbe stato sufficiente senza poter contare su un pilota eccezionale in gara.
E qui Red Bull s’è mostrata come un “mostro a due teste”.

Eccezionale con Ricciardo, autore di sorpassi da campione su Hamilton e Bottas, concreto e vincente fino al traguardo (la domanda è: quando inizieranno a circolare le voci su Daniel come sostituto di Raikkonen in Ferrari dal 2019?).

Disastrosa con Verstappen, che con un’entrata “assassina” rovina la gara di Vettel (poi pure spinto fuori pista dalla frustrazione e dal rancore d’un Fernando Alonso che, quando “vede rosso”, perde il fair-play…) e le sue chance di vittoria (gli sono stati comminati 10 secondi di penalità sul tempo finale di gara, conclusa al 5° posto, e 2 punti sulla driver’s licence).
A fine gara “Mad Max” ha chiesto scusa per la sua irruenza, ma tanto dovrà ancora maturare per diventare campione del mondo…

A uscire “scornate” dal Gp cinese sono state Ferrari e Mercedes.
Dopo la bagarre in partenza, dove Vettel ha chiuso Raikkonen (che da lì in poi è sembrato “spegnersi”), la Scuderia ha probabilmente perso la gara durante la sosta ai box.

Complice un pit lento (forse l’ombra dell’incidente al meccanico dello scorso Gp ha pesato) e una scelta d’ingresso forse sbagliata (con oltre 3 secondi di vantaggio su Bottas, probabilmente la Ferrari avrebbe dovuto far rientrare il tedesco prima del finlandese, per “coprirsi”), Vettel ha perso la testa della corsa, e con un passo solo di poco migliore di quello Mercedes sulla gomma Media (e comunque la W09 sembrava portarla in temperatura qualche curva prima della SF71-H), e con la scia di Bottas a disturbarne l’aerodinamica nei lunghi curvoni di Shanghai, non aveva il margine per compiere sorpasso al termine dei rettifili.

E dopo la toccata di Verstappen, con la macchina danneggiata ha dovuto lottare con una Ferrari completamente sbilanciata, ed è sembrato già un miracolo concludere la gara senza un ritiro, all’8° posto.

Raikkonen salva il risultato per la Ferrari concludendo a podio dietro Bottas, senza, anche lui, riuscire a passare il connazionale della Mercedes.

Forse il muretto “rosso” avrebbe potuto osare di più con Kimi facendolo rientrare in occasione della Safety Car, copiando, di fatto, la strategia Red Bull, ma causa sosta appena effettuata è stato deciso di lasciarlo in pista.

Qualche errore strategico quindi per gli uomini di Maranello, che comunque conservano ancora la testa della graduatoria iridata piloti, e restano a un solo punto da Mercedes in quella Costruttori.

L’altro protagonista incolore di giornata è stato Lewis Hamilton.
Mai in palla con la vettura, sempre “lamentoso” via radio con la durata dei suoi pneumatici, è sembrato di rivedere l’Hamilton “fragile” di inizio 2017 o del 2016, segno che la solidità mentale del campione del mondo in carica non è forse la sua dote migliore.

Tecnicamente, è stato bello vedere in gara (al netto dell’intervento della Safety Car, che comunque ha stravolto gli esiti della gara), un grosso equilibrio prestazionale tra le 3 monoposto di vertice, anche grazie alle strategie gomme differenti che permettevano, a chi era più indietro, di “limare” il gap velocistico.

Mercedes è sembrata beneficiare di temperature oggi più elevate (39° asfalto), pur mantenendo ancora un leggero gap rispetto alla Ferrari.
Red Bull s’è dimostrata gentile sulle gomme (seppur più lenta), riuscendo a non degradare subito le Purple UltraSoft e riuscendo a gestirle senza perdere troppo dalle più veloci Ferrari e Mercedes. Mettendosi così in condizione di poter sfruttare “l’aiuto” della Safety Car.

Tra quindici giorni, a Baku, scenario, lo scorso anno, d’un’altra gara “pazza”, vedremo se qualcosa nei rapporti di forza tra i team sarà cambiato.

E magari vedremo finalmente in pista quegli aggiornamenti Ferrari di attesi in Cina di cui tanto s’è parlato, ma che poi non hanno visto la via della pista.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

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